Cronaca locale

Il «Lear» secondo Bond Quando il potere è cieco

La piece del drammaturgo inglese in scena fino al 7 maggio: in tempi di muri e crisi fa riflettere

Marta Calcagno Baldini

Sembra pensato apposta per andare in scena proprio ora il «Lear» di Edward Bond all'Elfo Puccini da ieri fino al 7 maggio, nella coproduzione romano-milanese che vede uniti il Teatro di Roma-Teatro Nazionale, il Teatro dell'Elfo e la Compagnia Lacasadargilla. Il drammaturgo inglese, infatti, che nel suo teatro, aspro e asciutto, fa emergere l'uomo e tutte le sue debolezze, propone una nuova riflessione sul senso del potere, proprio in tempi in cui le varie potenze mondiali si barricano dietro alle minacce reciproche: il Lear di Bond ha come prima volontà quella di costruire un muro per proteggere la sua gente. Nell'adattamento e regia di Lisa Ferlazzo Natoli, la traduzione di Tommaso Spinelli e nell'interpretazione di Elio De Capitani nel ruolo del protagonista, Lear, la scena richiama un cantiere vuoto, un'industria abbandonata.

Un'ambientazione in cui si muovono trentacinque personaggi per otto attori, tra impalcature, tubi metallici, drappi e suoni o rumori: l'intera vicenda si svolge in un'atmosfera di pericolo diffuso, pericolo generato da Lear, che, accecato dal suo stesso potere, crede che basti un muro per rendere eterna la sua gloria: «Quando sarò morto - dice il re - la mia gente vivrà dietro questo muro. Sarete anche governati da buffoni, ma vivrete in pace. Il mio muro vi renderà liberi». Per il Lear di Bond, insomma, il potere non sta nell'attacco quanto nella capacità di difendere, nel temere il prossimo e chiudersi.

Eppure, a partire da tali convinzioni, lo spettacolo propone anche un percorso, una parabola di evoluzione del Re: tra violenze e intrighi, ribellioni interne al suo stesso regno, Lear trova rifugio presso una coppia di giovani pacifici, un'inedita Cordelia e un ragazzo che pagherà con la vita la sua generosità. Lear è ossessionato dal fantasma del ragazzo e si lascerà uccidere da un giovane soldato proprio mentre prova a smantellare il muro da lui stesso edificato. Per riflettere sempre sull'idea di confine, di divisione e di potere come forma di controllo, la produzione propone altri appuntamenti anche in altre forme d'arte: anzitutto la mostra «Wallonwall» del fotografo tedesco Kai Wiedenhöfer che vede esposti sei lavori sul tema delle frontiere del mondo in altrettanti spazi: nel Teatro Elfo Puccini, il Carcere di Bollate, il Base Milano, l'Anteo Spazio Cinema, la Casa della Memoria e il negozio Cargo High-Tech. Il 23 aprile, ore 11, al Cinema Anteo Elio De Capitani introduce il film Barriere, di e con Denzel Washington, all'interno della rassegna Colazione all'Anteo e il 26, ore 18, al Mudec, sempre De Capitani presenta lo spettacolo in occasione della visita ai Depositi con Touring Club.

Info: Teatro Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33. Orari: mar-sab ore 20.30, dom 16.30. Tel. 02/0066.06.06 - www.

elfo.org

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