Cronaca locale

L'eco del bosco nei quadri astratti di Marrocco

Si intitola «L'eco del bosco» la mostra personale dell'artista Franco Marrocco negli spazi della galleria Michela Cattai, a due passi dalla pinacoteca di Brera. Il titolo richiama un elemento naturalistico che, nelle grandi tele disposte a trittico, rappresenta una nota quasi impercettibile nelle sue composizioni minimaliste. La tecnica pittorica utilizzata è quella della sovrapposizione di velature di colore, anche se sarebbe meglio parlare di colore negato. I toni, che vertono sulle monocromie, si perdono nin una luce diafana lasciando intuire - in un gioco di sapienti trasparenze - l'elemento grafico che si ispira a un naturalismo che l'artista definisce «artificiale». E artificiale appare infatti il fitto intreccio di rami appare sulla tela e che sembra richiamare architetture immaginarie. Sette in tutto le opere esposte negli storici spazi che appartennero alla galleria Apollinaire. Nella ricerca di Marrocco, ancora una volta la pittura stupisce per la sua capacità di rinnovarsi tra gli innumerevoli percorsi dell'astrazione. Un'astrazione resa più eterea e quasi immateriale rispetto alla più nota produzione dell'artista che privilegiava le esplosioni cromatiche di marca vagamente espressionista. «Le opere di Marrocco - scrivono i curatori Roberto Casiraghi e Martina Corgnati - segnano la traccia di un bosco, di un luogo reale proprio perché all'interno di una immagine. Potrebbero essere definite opere paesaggistiche, se anche l'idea e il tema del paesaggio non fossero entrambi condannati immediatamente ad essere rinchiuse in uno stile o in una maniera.

In altre parole, e senza fraintendimenti ulteriori, si tratta semplicemente di pittura». MdM

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