Cronaca locale

Lega: «Immigrati, il 15% è senza lavoro»

Lega: «Immigrati, il 15% è senza lavoro»

Se la Lega lancia una nuova offensiva sul fronte dell'immigrazione, la Caritas organizza un seminario per gli operatori dal titolo enigmatico: «Profughi: è davvero emergenza?». La risposta ovviamente non è no ma neppure sì, la prospettiva è quella di come gestire una realtà che esiste e con cui fare i conti, difficile da contenere soprattutto nel caso dei Rumeni, migranti comunitari. E il proliferare di interventi, convegni, polemiche, testimonia come la convivenza con un fenomeno avvertito in continua espansione ponga problemi consistenti. E stimoli risposte diverse, a volte addirittura contrapposte.

Oggi tocca alla leghista Simona Bordonali. L'assessore regionale con delega all'Immigrazione è intervenuta alla trasmissione Orario continuato su Telelombardia. «I numeri parlano chiaro e sono incontrovertibili: in Lombardia il tasso di disoccupazione tra gli immigrati regolari è del 15,1%. Questo significa che è impensabile far arrivare altre persone sul nostro territorio» le parole via tv della Bordonali. L'assessore poi ha anche diramato un comunicato attraverso l'ufficio stampa della Regione per ribadire il concetto espresso durante l'intervista tv. «Questa operazione deve essere sospesa immediatamente, cambiarle nome non basta. Il nostro tessuto sociale non può reggere altri disoccupati e altre bocche da sfamare. Grazie all'operazione Mare Nostrum in un anno sono arrivati in Italia 120mila immigrati e solo 4mila sono stati riconosciuti come rifugiati» dice Bordonali.

La Caritas, in prima fila nel gestire l'emergenza ma anche le situazioni per così dire più stabilizzate, ricorda come molti tra gli immigrati regolari che perdono il lavoro in realtà entrano nel giro del sommerso. In pratica, lavorano in nero. E in ogni caso convincere i neo disoccupati a partire è complesso, spesso impossibile: nei Paesi da cui arrivano trovano situazioni molto peggiori che in Italia. C'è poi un fenomeno che va diffondendosi sempre di più e riguarda gli immigrati di area Schengen, ovvero i cittadini che possono circolare in Europa senza vincoli, con la sola carta d'identità: i Rumeni. Loro, nonostante la crisi, invece di tornare a casa, preferiscono rimanere e arrangiarsi con lavoretti più o meno regolari. Mandano invece a casa moglie e figli: il costo della vita lì è più basso e così riescono a mantenerli, nonostante la precarietà. Ma i migranti di sesso maschile non tornano indietro: stringono i denti e rimangono in Lombardia.

Tornando ai profughi recenti e alle persone in fuga da aree critiche, a cui è dedicato il seminario di oggi, uno dei temi al centro del seminario Caritas è proprio la mancanza di fondi stanziati dal ministero dell'Interno per finanziare i sistemi d'accoglienza nell'emergenza gestiti dai Comuni.

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