Cronaca locale

La Lega minaccia blocchi stradali «Non accoglieremo profughi»

Il prefetto impone le quote ai sindaci. Sala e Maroni divisi

Due visioni diametralmente opposte. «I sindaci che non vogliono altri immigrati fanno bene a dire no. Non sono profughi ma irregolari». Il governatore della Lombardia Roberto Maroni difende quei primi cittadini, soprattutto leghisti, che minacciano di disobbedir all'ordine di aprire le porte dei propri Comuni ai migranti. Il prefetto Luciana Lamorgese sta incontrando i sindaci della città metropolitana per presentare il nuovo protocollo di intesa, più impositivo per le amministrazioni, «Abbiamo messo nero su bianco le competenze e le priorità degli amministratori locali, delle prefetture e degli enti gestori - ha spiegato la Lamorgese - adesso speriamo nella condivisione. Se su 134 Comuni solo 32 accolgono, è evidente che la distribuzione non è equa», Maroni sta con chi, come il sindaco di Opera Ettore Fusco, intende ribellarsi alla direttiva, il sindaco Beppe Sala invece s ritiene la richiesta del prefetto «più che legittima. Il prefetto a mio parere guarda avanti e sa che questo tema non è scomparso solo perché abbiamo avuto 3-4 mesi di tranquillità nella stagione invernale. Non condivido l'opzione di Maroni perché tutti devono fare la loro parte, sono totalmente dalla parte della Lamorgese». Il prefetto «sta organizzando questi incontri a blocchi, quando avrà finito vorrei che tirassimo le conclusioni per poi decidere cosa fare. Certamente non mi esimerò dal cercare di fare un tentativo di dialogo con i sindaci perché altrimenti alla fine i milanesi si dovranno prendere un carico di migranti ancora maggiore». Ma il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi si prepara a usare ogni mezzo per contrastare eventuali invii coercitivi di immigrati nei Comuni che non sono disponibili ad ospitarli: «Siamo pronti a mobilitarci e bloccare le strade come hanno fatto mesi fa i cittadini di Goro e Gorini nel ferrarese» avverte.

Qui, insiste, «non c'è nessuna emergenza umanitaria, non c'è nessun esodo di siriani che fuggono dalla guerra: qui c'è un Governo che manda le sue navi, o quelle delle Ong onnipresenti e finanziate da chissà chi, nelle acque territoriali libiche o tunisine a prendersi queste migliaia di immigrati su richiesta delle cooperative che poi lucrano sull'accoglienza».

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