Cronaca locale

Leonka e moschea: i «guai» di Pisapia

Sarà un autunno caldo per il Comune. Che può finire sulla graticola anche per il bilancio e le regole della movida

Leonka e moschea: i «guai» di Pisapia

Dal bando per le moschee alla regolarizzazione del Leoncavallo, dalle regole sugli affitti in Galleria appena bocciate dal Tar fino al capitolo movida: da oggi riprende lentamente l'attività politica a Palazzo Marino dopo la pausa estiva, e c'è già aria di «autunno caldo». La prima campanella in Consiglio suonerà giovedì: dopo giorni di battaglia in aula, gli schieramenti si erano lasciati a fine luglio con un accordo sul Bilancio di previsione 2014 (la maggioranza aveva ceduto sulle richieste di aumentare le risorse destinate agli straordinari per i vigili a scapito delle politiche di integrazione) ma il patto scricchiola. Il centrodestra è intenzionato a strappare ancora risorse a favore di anziani e fasce deboli. E ha già minacciato le barricate sul tema della moschea e della regolarizzazione del centro sociale Leoncavallo.

Il sindaco Giuliano Pisapia, concentrato sulla politica nazionale - è sceso in campo per «riunire il centrosinistra», vuol fare da ponte tra il Pd di Renzi e Sel - ha comunque trovato il tempo per convocare una giunta fiume venerdì prossimo. Sarà la prima riunione con gli assessori dopo le vacanze e servirà a tracciare la linea sui temi caldi. Sul tavolo ovviamente il bando per assegnare 4 aree pubbliche a luoghi di culto, «Non saranno riservate solo ai musulmani» ha tenuto a precisare, ma l'opposizione pretende che prima di ogni scelta la questione approdi in un Consiglio straordinario. Avrà un percorso in salita la delibera con cui a fine luglio la giunta ha votato la permuta di due aree con l'ex cartiere occupata dal Leonka di proprietà della famiglia Cabassi. Il centrodestra tenterà di inserire in questa fase l'obbligo di assegnare con un bando lo stabile, escludendo l'affidamento diretto agli autonomi (o chi per essi). Arenati da mesi, dovranno tornare in aula anche il regolamento delle feste di via e quello per mettere un freno alla movida selvaggia, firmati entrambi dall'assessore al Commercio Franco D'Alfonso, ma anche il piano per aumentare gli incassi da piscine e impianti sportivi redatto da Chiara Bisconti.

E dopo che il Tar ha bocciato la delibera del 2012 con cui la giunta ha regolato i subentri delle griffe in Galleria, il sindaco ha già avviato il ricorso al Consiglio di Stato ma intanto studia il piano b, un ritorno al passato con qualche correzione.

Ma deve vedersela con la Corte dei Conti che ha già aperto un'indagine sul Salotto, il centrodestra che chiede l'istituzione di una Commissione d'inchiesta e anche con la sinistra radicale che contesta le buonuscite milionarie elargite dalle griffe agli inquilini perchè «cedano» il contratto d'affitto e pretende il sistema dei bandi per tutti gli spazi.

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