Cronaca locale

L'Expo ha affidato la sicurezza alla stessa società del tribunale

L'appalto del Comune era stato vinto dalla Allsystem «Ma il varco di via Manara non era assegnato a noi»

La sicurezza privata al tribunale è stata affidata per appalto dal Comune ad Allsystem, grosso operatore del settore con 2.300 dipendenti e otto centrali operative, ma anche la capogruppo della rete temporanea di imprese che si è aggiudicata la vigilanza dell'Expo. Ieri in serata un comunicato per precisare che dei sette varchi complessivi del tribunale, «Allsystem ne presidia 6 e, per quanto si è potuto constatare fino a questo momento» l'accesso sarebbe avvenuto «dal varco di via Manara, riservato ai soli avvocati e magistrati che non è presidiato e in carico alla Allsystem, ma di responsabilità di altra società».

E l'associazione ieri è stata immediata. «L'Expo non c'entra niente», ma «vedo che le forze politiche hanno già cominciato...», ha messo veloce i panni del pompiere il premier Matteo Renzi. Anche se nel suo perfetto stile affabulatorio è riuscito a dire anche il contrario. Perché è lui stesso ad ammettere che «il controllo non può permettersi di avere buchi e falle come quelli che ci sono stati nel tribunale di Milano». Anche perché fra giusto tre settimane proprio a Milano si inaugura l'Expo. Ed è difficile non pensare a come la sicurezza sarà garantita in tutti i 184 giorni nei quali arriveranno in 20 milioni, decine di capi di Stato di tutte le etnie e religioni e tutte le organizzazioni internazionali. E proprio per questo ieri a Milano era arrivato il ministro dell'Interno Angelino Alfano per un vertice, poi saltato, per mettere a punto i protocolli con prefetto e forze dell'ordine.

Perché i dispositivi messi in campo dalla società Expo e la cui installazione si completa in questi giorni, sono quanto di più tecnologico e all'avanguardia si possa immaginare. A cominciare dai tornelli della Came Group, la società trevigiana del presidente Paolo Menuzzo che ha firmato i dissuasori del Pentagono a Washington e le tecnologie dell'aeroporto di Kuwait city e di molte ambasciate in tutto il mondo. Perché la sfida è far entrare e controllare ogni giorno 140mila persone, con punte di 250mila (una città come Brescia) su un'area grande come 250 campi di calcio. E per di più concentrate nelle prime due ore d'apertura. Il nuovo tornello «intelligente» che emette anche segnali luminosi per daltonici, è in grado di leggere tutti i diversi tipi di biglietto: cartaceo, Qr Code, Rfid o Nfc. Oltre a tablet, telefonino Telecom e carta di credito Banca Intesa. E il software per la lettura biometrica, permette si incrociare algoritmi e sensori con il data base, permettendo l'ingresso solo a chi è abilitato.

Procedure ricalcate su quelle degli aeroporti e quindi 400 archetti metal detector, quattro per ogni varco per segnalare la presenza di metalli, con gli addetti pronti a ulteriori accertamenti con apparecchi portatili. Ma ancor prima i 24 milioni di ingressi dovranno passare l'esame di 108 macchine a raggi X per radiografare borse e zaini che passeranno anche attraverso apparecchiature denominate sniffer per segnalare gli esplosivi. A sorvegliare il milione di mq ci saranno 2.500 telecamere, di cui molte a infrarossi, collegate alla centrale operativa di via Drago e una recinzione speciale alta oltre tre metri.

Un dispositivo che dovrà essere perfettamente efficiente 24 ore su 24. Perché l'Expo dovrà essere assolutamente impermeabile anche la notte quando a entrare saranno fino a mille camion per rifornire bar e ristoranti e portar fuori i rifiuti. Sette gli accessi dedicati con occhi elettronici per leggere le targhe, raggi X e varchi per addetti a pulizie e manutenzione.

Commenti