Cronaca locale

Via libera al progetto Mind Qui nascerà il prossimo Nobel

Venerdì le giunte di Milano e Rho firmeranno l'ultimo passaggio per l'area che diventa cittadella della scienza

Giannino della Frattina

Proprio sull'area di Expo, così cara a Milano perché è da lì che si è affacciata a quella finestra sul mondo che le ha fatto scalare tutte le classifiche internazionali, potrebbe nascere (in un futuro non poi così lontano) il prossimo premio Nobel dell'Italia. Non solo una speranza o un buon claim per il marketing, ma una realtà per quello che Igor De Biasio, l'amministratore delegato della società a capitale pubblico Arexpo, definisce un «grande ecosistema dell'innovazione» che sta sorgendo nel milione di metri quadri dell'area, «uno straordinario luogo di sviluppo per le eccellenze scientifiche e tecnologiche».

Ed è per questo che è lo stesso De Biasio a sottolineare «con grande soddisfazione» l'ultimo passaggio dell'iter amministrativo, la notizia che un passo decisivo («e soprattutto a tempo di record») sarà fatto già questa settimana dalle giunte di Milano e Rho che venerdì approveranno definitivamente il Pii, sigla burocratica per indicare il Piano integrato di intervento dell'area Mind che è di proprietà di Arexpo e che consentirà di dare il via, senza passaggi nei consigli comunali, alla fase finale dell'allestimento di quello che diventerà uno straordinario distretto dell'innovazione. Con l'obiettivo di arrivare entro il 2025 a essere una vera e propria città del futuro, abitata ogni giorno da 30mila persone che nei successivi cinque anni potranno arrivare addirittura a 60/70mila.

Obiettivi che saranno raggiunti grazie agli snodi decisivi indicati dal cronoprogramma per il 2020, un anno che proprio per questo sarà decisivo per la buona riuscita del progetto: una seconda fase di cui saranno protagonisti i privati, dopo che sono già state varate le tre importanti funzioni pubbliche, a partire dal campus universitario con le sette facoltà scientifiche dell'università Statale, una struttura da 339 milioni di euro (di cui 179,4 a carico dell'operatore privato Lendlease, 158 a carico della Statale e 135 milioni di euro con finanziamento statale). Un polo universitario che entro il 2025 registrerà 20mila presenze tra studenti, professori, ricercatori e personale e la cui realizzazione, dopo il via libera della commissione nominata dall'Università, dovrebbe essere appunto assegnata al colosso australiano Lendlease in partnership con Coopservice, Cmb e Colombo Costruzioni spa. E poi il centro di ricerca pubblico Human Technopole con i suoi 1.200 ricercatori e il grande ospedale Galeazzi dove oltre alla cura si farà anche ricerca universitaria e che con i suoi 600 posti letti pronti nel 2021 sarà il più alto d'Italia. Il tutto all'interno del grande Parco tematico scientifico e tecnologico di 650mila metri quadrati, la metà della superficie dell'area che è stata vincolata a verde per decisione del consiglio comunale di Milano e che consentirà di mantenere quel cardo e decumano che insieme all'Albero della vita e a Palazzo Italia dell'Expo erano diventati un po' il simbolo. «La dimostrazione - commenta soddisfatto De Biasio - che le istituzioni e i privati hanno grande fiducia in Arexpo, ma che la società la sta con grande orgoglio ricambiando, mantenendo fede agli impegni progettuali nel rispetto rigoroso delle tempistiche».

Detto quindi del miliardo e mezzo di investimenti pubblici già sul tavolo, ci sono poi altri 2,5 miliardi di investimenti privati di Lendlease e del Gruppo San Donato per il nuovo ospedale Galeazzi che aumenteranno con le future contrattualizzazioni dei privati che decideranno di far parte della grande scommessa. Con De Biasio che già fissa per ottobre il completamento del Mind Village sulla riqualificazione dei cluster di Expo già esistenti per ospitare già da subito i mille dipendenti delle cinquanta eccellenze internazionali che hanno già firmato con Lendlease il protocollo d'intesa per l'innovazione in Mind.

«Questo - spiega De Biasio - è un po' il succo della milanesità: recuperiamo un patrimonio già esistente, ma lo valorizziamo portando delle eccellenze della tecnologia e dell'innovazione».

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