Cronaca locale

Lirico in scena per un giorno con i solisti sulle impalcature

Nella sala in restauro le voci del coro degli Amici del Loggione della Scala: «Una prova generale a inviti»

Lirico in scena per un giorno con i solisti sulle impalcature

Le arie di Gioacchino Rossini, le voci del coro degli Amici del Loggione della Scala e le note di 25 musicisti festeggeranno, venerdì sera, un altro pezzo del Lirico che torna alla luce: ascoltando passi dallo Stabat mater, Mosè in Egitto, La donna del lago, Aureliano in Palmira, L'assedio di Corinto, Guglielmo Tell e altri capolavori del maestro pesarese, i 150 invitati all'evento unico Omaggio a Rossini potranno finalmente ammirare la platea dello storico teatro, oggi dedicato a Giorgio Gaber, libera dalle impalcature per il restauro della volta. E alzando un po' lo sguardo, vedranno luccicare l'oro dell'originario, splendido stemma di Milano con le sue sei porte sotto cui presero vita opere di Salieri, prime di Cilea, tragedie dannunziane, memorabili stagioni teatrali e si consumarono momenti drammatici della nostra storia, come l'ultimo comizio di Mussolini, nel dicembre del 1944. Sarà anche l'occasione per le prime prove acustiche, e quando arriva questo momento vuol dire che ormai ci siamo quasi: anche se gli spettatori si troveranno ancora nel bel mezzo di un cantiere con tanto di scalpelli, martelli, ponteggi e levigatrici, si può dire che il Lirico, dopo un silenzio durato quasi 20 anni, sta per riprendersi il ruolo che gli spetta nel cuore di Milano, in senso urbanistico, affettivo e culturale. Chiuso per restauri dal 1999, al centro di sfortunate vicende che hanno rallentato i lavori, questo «alter ego» della Scala tra la Velasca e il Duomo, progettato dal Piermarini e inaugurato poco dopo la sua sorella maggiore, sarà riaperto dopo l'estate, forse già tra settembre e ottobre. Intanto, però, il cantiere della Scala del popolo non smette di dialogare con la città: merito dell'iniziativa «Cantiere-evento», un palinsesto ideato e curato dalla Fondazione Gianfranco Dioguardi per trasformare un potenziale disagio in un momento di conoscenza, valorizzazione e divulgazione storica, tecnica e artistica. «In questi mesi -spiega l'ingegner Francesco Maggiore, presidente della Fondazione Dioguardi- siamo riusciti ad aprire il luogo per una serie di attività che coinvolgono la cittadinanza: a settembre una sfilata di Antonio Marras con 500 persone, poi visite didattiche, presentazioni, spettacoli e performance. All'esterno due installazioni sottolineano la continuità con lo spazio urbano: una di Marras, su via Larga, raffigura tre grandi personaggi teatrali; l'altra di Vincenzo D'Alba, su via Paolo da Cannobio, celebra Milano in 13 icone». Iniziative che culminano con la serata di domani, un'occasione straordinaria perché il concerto si svolgerà nel luogo dove sorgerà il nuovo palcoscenico, mentre i coristi, con un effetto emozionante, saranno collocati nei tre ordini delle impalcature, fino al soffitto. Il pubblico, invece, prenderà posto negli spazi che saranno occupati dalle prime file a sedere. Conservativa la logica del restauro, progettato dal Comune di Milano e operato dall' impresa Garibaldi-Fragasso, che ripristina i quattro ordini di palchi, il pavimento ligneo, le finiture, le decorazioni auree e i tendaggi originali, con una capienza di 1529 spettatori. Non mancano gli elementi innovativi, legati alla messa in sicurezza, all'eliminazione delle barriere architettoniche e all'accessibilità, ottenuta anche attraverso l'integrazione di quattro ascensori.

Il golfo mistico diventerà uno spazio multiuso, con la possibilità di alzare e abbassare il palco su tre livelli.

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