Cronaca locale

L'islamica candidata dal Pd: "Nessuno può vietare il velo integrale"

Sumaya: "Non si può essere costrette a portare il velo". Ma avverte: "Ma non si può nemmeno essere costrette a non portarlo"

L'islamica candidata dal Pd: "Nessuno può vietare il velo integrale"

Il Pd milanese è di nuovo sotto i riflettori a causa della candidatura alle amministrative della responsabile attività culturali del Caim, nonché responsabile giovanile FIOE (Federation of Islamic Organizations in Europe), Sumaya Abdel Qader. In seguito alle contraddizioni emerse a causa di alcune sue dichiarazioni su Fioe, Fratelli Musulmani e Caim, dove dichiarava di non essere a conoscenza di elementi del Caim vicini alla Fratellanza e che la Fioe non farebbe parte di tale organizzazione, onde poi essere smentita da alcuni docenti e da materiale foto e video, ieri sono emersi anche alcuni screenshot del profilo Facebook di suo padre, imam di Perugia e co-fondatore dell’Usmi-Ucoii, Mohamed Abdel-Qader "Abu Sumaya".

Sul suo profilo apparivano infatti immagini dove l’imam inneggiava all’ex presidente islamista egiziano Mohamed Morsi e un’altra foto dove gli stringeva la mano, durante un incontro dall’apparenza molto formale.

Questa mattina, curiosamente, le foto sul profilo di “Abu Sumaya” non sono più presenti e sullo sfondo, al posto di Morsi, c’è la moschea di al-Sakhrah a Gerusalemme.

Le problematiche della candidatura di Sumaya non sono però prettamente legate a dubbie dichiarazioni/smentite e contraddizioni, ma anche dal punto di vista dei contenuti ideologici, come le è già stato fatto notare in alcuni post sulla sua pagina Facebook ai quali la candidata Pd non ha però ancora fornito risposte.

Per prima cosa gli elettori potrebbero essere interessati a conoscere la posizione di Sumaya riguardo alle politiche messe in atto dal presidente turco Tayyip Erodogan per quanto riguarda la persecuzione dei giornalisti, degli intellettuali e dei parlamentari di opposizione ed anche sul massacro dei curdi. Una tematica di estremo interesse per tutti visto che la Turchia vuole entrare in Europa. In un post su Facebook, Sumaya aveva dichiarato di non conoscere bene la situazione, facendo anche riferimento a "propaganda fuorviante", giustificandosi col fatto di viaggiare in Turchia solo per motivi di studio e turismo. Strano, per un esponente Fioe che appare anche a un evento tedesco della Mili Gorus (organizzazione islamista ideologicamente affine alla linea di Erdogan), dove prende anche parola, con tanto di bandiera turca alle spalle.

Un altro aspetto interessante è quello legato alla laicità dello Stato e alla questione velo, in particolare del “niqab” o velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi e che oramai troppo spesso se ne vedono anche a Milano. In un video pubblicato su YouTube nel 2011 la candidata Pd illustra egregiamente la differenza tra hijab e niqab e poi afferma: "... non si può essere costrette a portare il velo o il niqab e non si può essere costrette a non portare il velo o il niqab".

Tutto ciò per protestare contro il divieto in Francia di indossare burqa e niqab (entrambi veli integrali, di tradizioni diverse), come viene chiaramente illustrato all’inizio del filmato.

È dunque fondamentale comprendere quali sono le posizioni di Sumaya su niqab e burqa. È giusto o sbagliato vietarli? Il non-divieto è conciliabile con un pensiero laico di sinistra?

C’è poi il discorso legato ai matrimoni gay, una questione difficilmente compatibile con la dottrina islamica che sembra essere molto chiara al riguardo. Un ulteriore punto di interesse potrebbe poi essere quello delle pene corporali, sono lecite o vanno abolite?

In conclusione, ci sono molti aspetti che la candidata Pd, Sumaya Abdel Qader, dovrebbe chiarire ai suoi potenziali elettori e forse anche il direttivo Pd farebbe bene a esprimersi in materia, giusto per comprendere meglio eventuali incompatibilità ideologiche.

Si resta dunque in attesa di risposte chiare e possibilmente non ironiche in stile “se voti Sumaya”, che lasciano il tempo che trovano e non aiutano certo gli elettori a capire.

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