Coronavirus

Lombardia arancio scuro "Chiuse tutte le scuole"

Fontana: "Dati allarmanti, decisione urgente". Pregliasco: "Il problema ora sono i bambini"

Lombardia arancio scuro "Chiuse tutte le scuole"

«I dati sono in costante aumento, con una forte presenza della variante inglese che coinvolge in particolare le scuole. È quindi necessaria una scelta decisa e rapida a protezione di ragazzi e famiglie». Lo scrive su Facebook il governatore lombardo Attilio Fontana commentando l'ordinanza che istituisce la zona arancione «rafforzata» partita dalla mezzanotte di ieri in Regione. «Ricevuta l'analisi aggiornata dei dati regionali con le indicazioni tecnico-scientifico per il contrasto della crescita epidemiologica, disponiamo su tutto il territorio della Lombardia il rafforzamento della zona arancione» sottolinea Fontana, che prevede prima fra tutte la sospensione della didattica in presenza di tutte le scuole a eccezione degli asili nido, il divieto di recarsi presso le seconde case, il divieto di recarsi nelle abitazioni private abitate non proprie e il divieto di usare le aree attrezzate per gioco e sport in parchi e giardini pubblici. Ecco che nel giro di 24 ore rimangono a casa 1 milione 173.599 studenti di tutta la Lombardia tra 106.653 bambini che frequentano le scuole dell'infanzia, 412.089 la primaria, 268.013 la secondaria di primo grado, 386.844 la secondaria di secondo grado. Con enorme disagio per le famiglie che si trovano, da un giorno con l'altro, figli a casa, didattica a distanza e organizzazione tutta da rifare. Una scelta inevitabile, quella di chiudere le scuole, indipendentemente dalla fascia di collocazione (arancione scuro o rosso), come spiega Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene Generale ed applicata alla Statale: «La situazione è peggiore di quella di ottobre per il problema delle varianti, tanto che quella inglese costituisce oltre il 60 per cento dei nuovi contagi, ed è particolarmente aggressiva con i bambini. Si ritiene dunque in questa situazione che ogni contatto sia un rischio». A ottobre, con la Lombardia in zona rossa, le scuole elementari e le prime classi delle medie erano rimaste comunque aperte, dal momento che si tratta di bambini ancora troppo piccoli per poter stare a casa da soli e che non impattano sui mezzi pubblici ma «il tema qui è che si devono ridurre al massimo i contatti. La differenza in questo caso sono i bambini - continua Pregliasco - nuova fonte di contagio in famiglia o ovunque ed è per questo che le scuole vanno chiuse».

Ecco allora che la decisione del governatore arriva come un fulmine a ciel sereno dal momento che è fissato per oggi il Cts nazionale e quindi la classificazione delle regioni. Ma da Palazzo Lombardia spiegano che «ogni giorno può essere decisivo vista la crescita esponenziale del contagio, la decisione è stata presa rapidamente a tutela della salute dei cittadini, per contrastare il diffondersi del contagio nelle province già arancione scuro, e proteggere quelle pulite».

La chiusura delle scuole ha scatenato proteste di ogni tipo e a ogni livello: il gruppo milanese di «Priorità alla scuola» lancia una manifestazione per oggi alle 17,30 sotto gli uffici dell'Ats Città metropolitana, in corso Italia, per chiedere «tutte le misure necessarie per tenere aperte le scuole in sicurezza». L'altra è social: l'invito diffuso via Facebook e in tutte le chat delle classi è a preparare un cartello con la scritta «Basta colpire solo le scuole» e a farsi selfie all'uscita dagli istituti inondando la Rete di immagini di protesta.

Accuse arrivano anche dalle istituzioni del territorio: «Non c'è stata condivisione dell'ordinanza» dichiara Beatrice Uguccioni, consigliera delegata alla mobilità della Città Metropolitana di Milano-. Si tratta di uno schiaffo a tutte le istituzioni milanesi che da mesi si sono adoperate, di concerto con la Prefettura e le società del trasporto pubblico, per garantire la riapertura in sicurezza delle scuole».

«Che la situazione stesse peggiorando era percepibile da giorni e quindi posso anche dire che non si fa così: - polemizza Davide Galimberti, sindaco di Varese -non ci si può sognare di dire che in 24 ore la vita di milioni di cittadini cambia repentinamente e si paralizza un sistema».

Commenti