Cronaca locale

Lubrano: «Mi manda la canzone napoletana»

Il giornalista sul palco in uno spettacolo che racconta i retroscena dei brani più celebri

Marta Calcagno Baldini

Tutto quello che si ascolterà questa sera al Teatro Gerolamo (ore 20), la «piccola Scala» in piazza Beccaria 8, verrà da un napoletano autentico. Antonio Lubrano, infatti, giornalista e conduttore televisivo, autore di successi come «Mi manda Lubrano» nonché ideatore di queste prossime serate milanesi, condurrà il pubblico attraverso le più celebri canzoni napoletane con una missione: scoprire cosa riportano di reale sulla città partenopea. Lo spettacolo stesso prende il nome dalla leggenda che ritiene Napoli come figlia della sirena Partenope: mezza donna e mezza pesce, la sirena in sé è una creatura inaffidabile della mitologia, che strega e inganna, che ammalia e poi senza pietà ferisce. E il parallelo è immediato: fino a che punto le canzoni su Napoli ingannano, descrivono situazioni o amori, magari per nascondere altre verità? «Quanta buscìe ca diceno 'e canzone!» diceva Pasquale Ruocco, uno dei poeti più amati della città. Ecco due serate per approfondire le leggende e le verità che ruotano attorno a Napoli, racchiuse nelle sue canzoni più celebri. È credibile, ad esempio, che «Torna a Surriento» sia nata nel 1902 non come canzone d'amore, ma come istanza politica? E la celeberrima «O sole mio», che tuttora, dopo oltre un secolo dalla nascita, risulta essere il ritornello più famoso nel mondo, sia nato proprio a Napoli o, invece, in Russia? Ed è vero, poi, che «Dove sta Zazà» almeno una volta nella nostra storia ha sostituito l'inno nazionale? per arrivare fino ai Beatles: chissà se «Yesterday» deve qualcosa a Napoli? E non mancherà una citazione di Peppino di Capri: «Voce e notte», canzone che ha rilanciato negli anni Cinquanta, è stata ispirata da una bella poesia o da un autentico dramma della gelosia? I brani in programma si avvalgono degli arrangiamenti del maestro Mariano Bellopede, pianista compositore e arrangiatore che, col suo ensemble, accompagna due autentiche voci del Golfo: Raffaela Carotenuto e Carmine de Domenico, per la regia di Alberto Messaggi. Lo spettacolo sarà anche accompagnato da immagini significative che arricchiranno l'atmosfera.

Per una serata, tra musica e visioni, dal sapore romantico e che si proporne come una «divertente esplorazione». Certo, condotta da un napoletano: sta al pubblico scegliere a cosa credere e a cosa no

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