Cronaca locale

«Lupi resta in lizza ma ci aspettiamo un passo indietro»

La Russa (Fdi) non esclude la candidatura del centrista «Non abbiamo bruciato nomi»

Il centrodestra non ha fretta di ufficializzare il nome del proprio candidato. E non lo farà di sicuro prima di Natale. Per ora si gode il caotico teatrino, tutt'altro che natalizio, in scena sui palchi del centrosinistra. Quel teatrino che il deputato di Fratelli d'Italia Ignazio La Russa definisce «un processo di autocombustione». Che rischia di bruciare nomi e scenari. Come nel caso dei rumors secondo i quali Giuliano Pisapia potrebbe andare ad occupare una poltrona in Corte Costituzionale in cambio di un avallo alle politiche del premier: «Questa diceria - spiega La Russa - dimostra come nel centrosinistra ci sia una trattativa che non esclude niente». «Noi invece non abbiamo bruciato nessun nome. Ottimo il nome del direttore Alessandro Sallusti, così come quello di Paolo Del Debbio, che per ora ha detto no. Ma, si sa, in questa fase i no sono dei ni». E poi tra i possibili candidati non è nemmeno stata bruciata l'ipotesi Maurizio Lupi, che gode ancora dei favori di Fdi. Tuttavia la sua resta la posizione più complicata, quella su cui vanno sciolte le riserve maggiori, a cominciare dall'aut-aut sollevato dalla Lega. «Certo - ammette lo stesso La Russa - Lupi deve fare un passo indietro. Un passo concreto, non solo a parole». Dovrebbe cioè mollare il governo Renzi e gli incarichi nazionali di Ncd per potersi realmente avvicinare alla coalizione di centrodestra. A chi gli chiede il nome di un possibile candidato targato Fdi, La Russa risponde con una (forse) boutade. Fa il nome del vice del Consiglio comunale Riccardo De Corato che conosce la città quanto le sue tasche. E quello di Marco Osnato «come giovane emergente». Al momento però la partita si gioca su altri personaggi. «Nulla è escluso, ma valuteremo la candidatura migliore». Per ora i Fratelli d'Italia portano avanti un'altra battaglia: quella della difesa del simbolo del presepe. Oggi ne allestiranno uno in piazza San Babila e, da qui a Natale, gireranno numerose piazze cittadine per portare le statuine dei pastori, delle pecorelle, dei re magi e le decorazioni raccolte tra i milanesi. «È ovviamente un fatto simbolico - sostiene La Russa - per ribadire ancora una volta che il presepe è legato alla religione ma anche alla nostra cultura laica». A offendersi per il presepe non sono gli stranieri e gli esponenti di altre religioni: «Non abbiamo mai visto nessuno di loro prendersela perchè portiamo avanti le nostre tradizioni. Gli unici che si lamentano sono coloro che hanno una cultura post marxista e sessantottina, che magari occupano ruoli importanti come quello del preside (di Rozzano, ndr)». Il preside, che ha sollevato un polverone decidendo di non allestire il presepe, è tuttavia stato «scagionato» dall'ufficio scolastico regionale. Il provveditore ieri lo ha incontrato ed ha analizzato le carte.

Almeno a livello amministrativo le procedure sono state fatte in modo corretto e non è stata riscontrata nessuna infrazione.

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