Cronaca locale

«Madama Butterfly la mia chance svanita per l'omicidio Moro»

Matsumoto era Cio-cio-San nel 1978 Per lutto nazionale l'opera fu cancellata

Marta Bravi

La Madama Butterfly alla Scala rappresenta una grande occasione mancata, forse la più grande occasione mancata della sua carriera. Chitose Matsumoto 82 anni, soprano, è ospite della casa per musicisti Giuseppe Verdi. Una brillante carriera alle spalle in Italia (ha cantato alla Scala e all'Arena di Verona) e all'estero (ha girato l'Europa con il festival rossiniano), canta e studia ancora. «Ogni giorno scopro delle cose nuove della mia voce». Giapponese, milanese d'adozione: «Sono in Italia da sessant'anni: sono venuta a Milano per perfezionarmi in canto alla Scala, dopo il Conservatorio Nazionale Superiore di Musica di Parigi (dove nel 1961 vinsi il primo premio in Opera) e poi a Roma. All'epoca a Milano, era il 1966 - racconta - giravano tanti cantanti famosi Maria Callas, Rajna Kabaivanska, Anna Moffo. Noi giovani senza nome non potevano certo cantare sul palco della Scala, venivamo però chiamati quando c'era qualche emergenza o malattia, insomma per fare le sostituzioni».

Quella volta, invece, non avrebbe dovuto sostituire nessuno. Grazie alla popolarità raggiunta, era stata chiamata per calcare il palco della Scala nelle vesti di Cio-cio-san: «Avrei dovuto essere io la Madama Butterfly nel 1978...» ricorda Matsumoto. Invece? «Invece rapirono Aldo Moro, e qualche giorno prima del debutto lo uccisero. La rappresentazione venne cancellata per lutto nazionale. Avevo fatto tutte le prove fino alla generale...». Che cosa ha pensato in quel momento? Rabbia? Ha pianto? «No, ero tranquilla perché non sono una persona ambiziosa, certo però che quella avrebbe dovuto essere il mio debutto alla Scala, avevano chiamato proprio me per interpretarla». In realtà il sogno di Chitose Matsumoto era debuttare con la Traviata. «A Parigi me l'avevano fatta studiare tanto, tantissimo, al Conservatorio mi dicevano se canti la Traviata quello puoi cantare tutto, ma fisicamente non ero adatta a interpretare Violetta». Nata con il kimono era perfetta per interpretare Cio-cio-San: aveva il fisico, il portamento, le movenze. «Madama Butterfly non mi piaceva molto - spiega Matsumoto - come trama, oltre al fatto che dal punto di vista tecnico è massacrante perché si canta ininterrottamente per tre ore. Alla fine delle prove mi faceva sempre male la gola. Nell'ambiente, infatti, tutti dicevano che la Butterfly è la tomba del soprano. Io accettavo però perché sono giapponese e quindi ero adatta al ruolo, sapevo come m muovermi, come vestirmi». Troppo triste e struggente la trama «mi faceva sempre piangere», niente a che vedere con l'allegria di Rossini...La tecnica però era dalla sua parte. «Il segreto per cantare la madama Butterfly? Una grande tecnica: il primo atto finisce in do diesis, e il duetto in Do, bisogna sapere mantenere l'acuto. E poi c'è tutto il secondo atto da cantare, è veramente un grandissimo sforzo». Per quanto riguarda l'interpretazione «bisogna metterci sentimento, cercare di immaginare come si possa essere sentita quella ragazza».

Guarderà la prima in diretta? «Si, ma mi sarebbe piaciuto moltissimo assistere alla prova generale».

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