Cronaca locale

"La mafia a Milano non spara Corrompe ma si può battere"

Per Ferla, capo della Dia, il nemico è la 'ndrangheta Una presenza atavica ma diventata "modernissima"

"La mafia a Milano non spara Corrompe ma si può battere"

«È importante che a Milano la Dia abbia la sua seconda capitale»: così ieri il ministro degli Interni Marco Minniti, ha inaugurato la nuova sede del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia. Nel Palazzo delle poste in via Cordusio, in un grande ufficio finora occupato dalla direzione delle Dighe, il reparto interforze destinato alla lotta al crimine organizzato affronterà le sfide decisive che lo attendono nella lotta alla penetrazione dei capitali sporchi nell'economia e negli appalti.

«La Lombardia è la quarta regione di insediamento della criminalità organizzata nel nostro Paese», ha scritto nel suo messaggio di saluto il presidente della commissione Antimafia Rosi Bindi. E sulla gravità della situazione si sono espressi con dichiarazioni di facciata, ma anche con esplicita fiducia nel futuro, i massimi vertici delle istituzioni. «A Milano la mafia privilegia il metodo corruttivo e evita lo scontro frontale che produce allarme sociale», ha detto il capo della Dia, il generale Nunzio Ferla. Ma ha aggiunto che «l'obiettivo di sconfiggerla prima era molto lontano, ora è dentro l'orizzonte percorribile». «Tutti i principali cartelli criminali sono stati sconfitti qui a Milano», ha detto il procuratore nazionale Franco Roberti. «Sconfiggere la mafia una volta era un principio irrinunciabile, adesso è diventato un obiettivo: pane per i nostri denti», ha concluso Minniti.

Tutti d'accordo su due punti: il nemico numero 1 si chiama 'ndrangheta, la sua presenza a Milano e in Lombardia, «insieme atavica e modernissima» (Minniti); e la sfida vera che spetta alla Dia è lavorare, come e più che in questi anni, sulla sua forza imprenditoriale, sulla sua capacità di permeare il tessuto economico e da lì sbarcare negli appalti pubblici. E non a caso in prima fila c'era il procuratore Francesco Greco, che ha già indicato chiaramente la rotta che sotto la sua guida prenderà la lotta alla mafia, intrecciandosi in profondità con la lotta alla criminalità economica. La Dia, col suo patrimonio di strumenti di analisi, con i suoi rapporti diretti con i servizi segreti, con lo strumento delle misure di prevenzione e delle interdittive antimafia, è la struttura di prima linea.

«Abbiamo davanti - dice Minniti - una sfida nuova nata dalla Brexit. Milano sta vivendo uno straordinario momento, viene confermata la sua anima di capitale europea. Nel momento in cui si redistribuisce il potere europeo dentro il continente, Milano si candida a essere un punto di riferimento simbolico, economico e culturale, ha la forza e la intelligenza per poterlo fare Ma vogliamo vincere questa sfida offrendo anche il massimo di trasparenza, essere insieme un big player finanziario ma anche un punto di riferimento per la lotta al riciclaggio».

É questo, dice il ministro degli interni, il compito della Dia a Milano.

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