Cronaca locale

Mantovani: “In Lombardia non si può fare a meno della Lega”

Il coordinatore regionale del Pdl rilancia la linea di Berlusconi che vorrebbe andare al voto ricomponendo la grande alleanza del centrodestra. Perché le divisioni dei moderati come in Sicilia e lo scontro tra Albertini e Maroni rischiano di far vincere la sinistra

“Non si può fare a meno della Lega. Questo è un punto fermo”. Così il coordinatore del Popolo della libertà in Lombardia, il senatore Mario Mantovani, ha sintetizzato l’incontro avuto ieri a Roma con il segretario del Pdl Angelino Alfano e i colonnelli lombardi Maurizio Lupi, Mariastella Gelmini e Ignazio La Russa.

Sul tavolo lo stallo in cui è precipitata la scelta del candidato per il centrodestra alle prossime elezioni regionali, la cui data potrebbe verosimilmente essere il 27 gennaio. Perché ormai la linea dettata dall’ex premier Silvio Berlusconi sembra prendere piede. E la ricomposizione della grande alleanza del centrodestra recuperando il Carroccio, sembra ormai l’unica via per evitate di consegnare il Pirellone alle sinistre. Ecco perché da disinnescare c’è il pressing tra la candidatura leghista di Roberto Maroni che si scontra con quella dell’ormai quasi ex governatore Roberto Formigoni che per la sua successione ha indicato l’europarlamentare del Pdl Gabriele Albertini. A capo di una lista civica, forse dal nome “Onestà al potere” e stimata da un recente sondaggio riservato al 5 per cento se inserita all’interno di una coalizione guidata dal Pdl.

Uno scontro che rischia di concedere un vantaggio insperato a un centrosinistra ancora a corto di idee e soprattutto di candidati. Riproponendo anche al Pirellone l’effetto Sicilia, dove la balcanizzazione del campo dei moderati con la divisione tra Nello Musumeci e Gianfranco Micciché ha permesso al Pd (nonostante le 250mila preferenze perse) di vincere con Rosario Crocetta. Ma Mantovani resta «convinto che Albertini collaborerà. Ci rappresenta in Europa, è iscritto, non credo che si senta svincolato dal partito». Forse un ottimismo eccessivo, viste le ultime bellicose dichiarazioni dell’ex sindaco.

“Se Silvio Berlusconi e Roberto Maroni troveranno l’intesa sulla candidatura - spiega Mantovani - la questione sarà chiusa. Altrimenti faremo le primarie». Il tempo concesso è metà novembre, altrimenti il 16 dicembre apertura di urne nazionali e regionali. E per Mantovani il candidato (o la candidata) ideale dev’essere “qualcuno che conosca la realtà lombarda, che abbia amministrato, che conosca i problemi della gente, degli imprenditori, degli artigiani, e delle famiglie”. Adesso “bisogna pensare al futuro, trovare una nuova formula che è il cantiere Lombardia”.

Soddisfazione nella Lega che applaude con il vice presidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli: “Il coordinatore del Pdl Mantovani ha ribadito la strada grazie alla quale è possibile vincere in Lombardia: considerare strutturale il rapporto con la Lega Nord, alleato insostituibile”. Poi la doccia fredda. “Penso che sia arrivato il momento in cui i partiti debbano chiarire come arrivare alla definizione di una candidatura che dia forte rinnovamento. La nostra proposta è Roberto Maroni. Al Pdl il compito di indicare una strada convincente e unitaria senza ulteriori fughe in avanti, come accaduto in questi giorni”.

Se non sarà così, conclude Gibelli, “noi andremo da soli”.

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