Cronaca locale

Mappa della sorveglianza al Palazzo di giustizia Ecco le 500 telecamere

Prende corpo il piano di protezione per aule e spazi aperti. «Ma non sarà come un carcere»

Mappa della sorveglianza al Palazzo di giustizia Ecco le 500 telecamere

Cristina Bassi

Eccoli gli occhi elettronici che vigileranno sulla sicurezza del Palazzo di giustizia. Il piano, illustrato di recente dal procuratore generale Roberto Alfonso al Giornale, prenderà forma nei prossimi mesi. Comunque entro la fine del 2018. E Giustiziami, blog di cronaca giudiziaria, rivela la mappa di dove spunteranno le telecamere per la sorveglianza interna del Tribunale.

Alfonso lavora al progetto da oltre due anni. Le misure sono figlie della strage compiuta nell'aprile del 2015 da Claudio Giardiello, che uccise tre persone a colpi di pistola. Le nuove telecamere saranno 500 e saranno sparse per tutti i sette piani del palazzo, installate negli spazi aperti: corridoi, atrii, scale. È compreso anche il nuovo stabile di via San Barnaba. Costo dell'operazione: un milione di euro. Saranno esclusi, per motivi di riservatezza, le stanze dei magistrati e gli uffici degli altri dipendenti. Per quanto riguarda invece le aule delle udienze saranno i giudici di volta in volta a decidere se autorizzare le riprese. Al terzo piano (come è visibile nel grafico) le videocamere saranno più di novanta. Si tratta del piano con il maggior numero di aule per i processi ed è proprio quello dove Giardiello seminò il terrore.

«Non sarà un palazzo blindato - ha assicurato Alfonso -, resterà aperto alla cittadinanza». La sicurezza tuttavia è una priorità. C'è poi il nodo privacy. Ogni movimento e ogni volto saranno monitorati dagli occhi elettronici, che invieranno le immagini in tempo reale a una control room. I rappresentanti sindacali dei lavoratori del palazzo hanno sollevato alcune questioni in proposito nel corso di una riunione. Hanno chiesto e ottenuto garanzie sul fatto che la rete di sorveglianza non verrà usata per vigilare sull'attività lavorativa, sugli orari degli impiegati e in particolare sulle timbrature. Il procuratore generale ha comunicato che una copia del progetto è stata inviata all'Ispettorato del lavoro e all'Autorità garante dei dati personali.

Non ci saranno solo le videocamere. Entro il 2020 saranno completate le altre fasi del piano. Prima di tutto verranno montati i tornelli agli ingressi e sarà possibile accedere strisciando il proprio badge. Anche i magistrati ne avranno uno. Poi è previsto un videocitofono fuori dalla porta di pm e giudici, che quindi apriranno solamente alle persone conosciute o che si qualificheranno con certezza. E potranno chiamare i carabinieri in servizio nel palazzo in caso di persone sospette. Infine i pulsanti di emergenza sotto la scrivania di ogni magistrato, che se in pericolo potrà chiedere aiuto. Dopo aver sparato nell'aula del processo a suo carico infatti, Giardiello fece fuoco anche nella stanza di un giudice. I tempi di completamento dell'intero sistema dipendono dal ministero della Giustizia.

Alfonso però, che ha già riorganizzato la vigilanza armata alle entrate, confida di finire il lavoro entro la scadenza del suo mandato fissata appunto al 2020.

Commenti