Cronaca locale

Marangoni: «Scala sicura Altrimenti lo diremmo»

Il neo prefetto: «Tutto il possibile è stato fatto Terrorismo? A Milano la sicurezza funziona»

È sempre lui Alessandro Marangoni, anche ora che di Milano non è più questore bensì prefetto. Rassicurante, sorriso facile, gestualità protettiva, ottimo rapporto con i media (ma senza esagerare). Ieri mattina ha presidiato una riunione tecnica di coordinamento con i vertici provinciali delle forze di polizia che ha praticamente sancito il suo insediamento ufficiale a palazzo Diotti, in corso Monforte. Quindi - prima di tornare a casa sua, a Rom, per ripresentarsi a Milano oggi stesso - accanto a Giuseppe Priolo, che ha fatto dalla partenza di Tronca da vicario e insieme al questore Luigi Savina, al comandante provinciale dei carabinieri Canio Giuseppe La Gala e la comandante provinciale della Guardia di Finanza Paolo Kalenda, ha incontrato i giornalisti che subito lo hanno incalzato con domande sulla Prima della Scala e le misure antisicurezza dopo i fatti di Parigi.«Non sono preoccupato, ma molto sereno - ha spiegato il neo prefetto -. Il lavoro che è stato fatto è eccezionale, tutto quello che è prevedibile è stato previsto: io mi fido e dobbiamo fidarci della nostre forze di polizia». Qualcuno gli chiede se considera pericoloso andare alla Scala o recarsi alla fiera degli Oh Bej! oh Bej!. «Pericolo? No, se ci fosse pericolo saremmo i primi a consigliare di non andarci, saremmo i primi a intimare lo stop, consigliando di non uscire di casa - ha dichiarato, parlando a niome delle istituzioni -. Invece noi passeggeremo personalmente per la fiera come andremo anche alla Scala. Milano soffre le difficoltà delle grandi metropoli europee e di altre città italiane, ma non vedo particolari necessità o criticità - ha proseguito Marangoni -. Non voglio dimenticare l'apporto che stanno dando le forze armate con la presenza di oltre 600 militari».Marangoni ha ribadito quindi che il livello di attenzione è massimo. «Il terrorismo è una spina nel fianco di tutti gli stati, ma il sistema sicurezza funziona bene a Milano - ha insistito l'uomo che in tanti hanno sempre definito (si dice con grande compiacimento del medesimo, ndr) un vero sbirro -. Certo il rischio zero non esiste, ma le nostre agenzie di sicurezza sono tra le migliori al mondo».A quel punto un cronista gli domanda allora come mai proprio quest'anno il capo dello Stato Sergio Mattarella abbia declinato l'invito alla Prima del Piermarini mentre la presenza di Matteo Renzi e consorte sia ancora in forse.«Io so che, per un volere personale, cercheranno di esserci, perché è, anche, un momento importante e di visibilità per l'Italia. La prima dell'opera, al Teatro alla Scala, è un evento mondiale. Quindi, la presenza del capo dello Stato e del presidente del Consiglio dà un carisma maggiore, la benedizione a questo evento - ha spiegato il neo prefetto di Milano -. Sono certo che qualche impegno dell'ultimo momento non dà questa possibilità».Infine, a chi gli ha domandato un parere sulla questione elettorale milanese, in vista delle competizioni comunali del prossimo anno, Alessandro Marangoni ha dato una risposta diplomatica. «Spero sarà un momento sereno, noi tutti lavoreremo perché lo sia, nel rispetto del diritto di manifestare di tutti quanti e nel diritto di difendere il diritto di manifestazione - ha concluso il prefetto -. Mi auguro che la campagna elettorale sia combattuta, sicuramente, ma sempre nell'ambito delle regole della civiltà.

E penso che Milano nella sua storia e nel Dna abbia molte di queste regole».

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