Cronaca locale

"Marciano" anche gli azzurri per fare dimettere Majorino

Comazzi chiede a Sala di "licenziare" l'assessore Gelmini: "Critiche ai blitz in stazione? Propaganda"

"Marciano" anche gli azzurri per fare dimettere Majorino

Un consiglio straordinario sulla Sicurezza, il ritiro delle deleghe all'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino e una maggior attenzione ai nuovi poveri, prima che ai migranti. Forza Italia va all'attacco della giunta all'indomani dell'accoltellamento dei militari in Centrale e alla vigilia della marcia «20 maggio senza muri». «Chi marcia per i migranti e si lamenta per i blitz in piazza Duca d'Aosta - l'affondo della coordinatrice lombarda Mariastella Gelmini - ieri sera ha avuto la dimostrazione che Milano necessita di sicurezza e legalità. La realtà si impone sulla propaganda». Il riferimento è all'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino che aveva fortemente criticato il blitz del 2 maggio in Stazione. «Majorino interferisce con le politiche sulla sicurezza» attacca Gianluca Comazzi, capogruppo in Comune: «Il sindaco gli ritiri le deleghe». Appello che cade nel vuoto.

Forza Italia chiede anche la convocazione di un consiglio straordinario: «Il sindaco venga a spiegare qual è la ricetta per l'integrazione. Che a Milano ci sia un'emergenza sicurezza è sotto gli occhi di tutti. Occorrono misure serie per garantire il presidio del territorio». Così se Sala ieri ha ribadito con ancora più forza la sua partecipazione alla marcia, «festosa e pacifica», Gelmini sottolinea che «abbiamo il massimo rispetto per cittadini e associazioni di volontariato, che decideranno di partecipare, il nostro appello è rivolto a chi ha responsabilità di governo. Non ce la si può cavare con una sfilata».

«Ma quale Marcia per l'accoglienza! Chi partecipa è fuori dal mondo. La priorità è garantire sicurezza agli italiani» attacca l'assessore regionale alla Città Metropolitana Viviana Beccalossi (FdI). «Annullare la marcia a favore dell'immigrazione di massa, che è una pagliacciata e rende contenti solo gli scafisti e certe cooperative. È un insulto ai poliziotti feriti, agli italiani aggrediti e ai 7 milioni di italiani che vivono sotto soglia povertà» l'appello del leader della Lega Matteo Salvini. «Non vedo perché qualcuno dovrebbe trovare questa marcia inopportuna - la replica della presidente della Camera Laura Boldrini -. Chi vuole vivere in una città di muri? Non capisco il senso di questa richiesta». Ricalca le parole del sindaco, che ieri mattina sottolineava come l'aggressore Tommaso Hosni fosse «un cittadino a tutti gli effetti italiano», il presidente del Senato Pietro Grasso tra i «vip» che saranno oggi in marcia: «I fatti in Centrale vanno purtroppo ricondotti alla normalità. Si trattava, appunto, di un cittadino italiano che non ha nulla a che fare col problema dell'immigrazione».

Il Pd se la suona e se la canta: «Domani, saremo in marcia - le parole del segretario metropolitano Pietro Bussolati - al fianco di tanti sindaci che ieri, con grande responsabilità e lungimiranza, hanno siglato un patto importante per un'accoglienza diffusa sul nostro territorio». Sindaci del Pd che hanno firmato il patto alla presenza del loro ministro dell'Interno, Minniti.

Che oggi sarà contestato dalla sinistra e dai centri sociali, anche loro in marcia.

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