Cronaca locale

Mariolina Moioli assolta a sei anni dall'inchiesta: "Ho sofferto tantissimo"

L'assessore della giunta Moratti era accusata di aver usato fondi pubblici per scopi privati

Mariolina Moioli assolta a sei anni dall'inchiesta: "Ho sofferto tantissimo"

Alla lettura della sentenza che la assolve con formula piena Mariolina Moioli scoppia a piangere a dirotto. Si piega sul banco, stringe la mano (in modo irrituale) ai giudici, uscendo dall'aula parla con i cronisti: «Non ci posso ancora credere... Sono contenta, questa è la verità. Ho sofferto tanto, mi hanno rubato sei anni di vita. A causa di questa vicenda ho dovuto lasciare la politica, di cui ero innamorata. Ma credo nella giustizia, l'ho detto del primo momento». Risale appunto al 2012 l'inizio dell'inchiesta che ha portato al processo di primo grado concluso ieri. L'assessore della giunta Moratti, oggi 71 anni, era accusata di truffa e peculato. Per la Procura, che aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere, da responsabile di Famiglia, Politiche sociali e Scuola insieme agli altri imputati aveva utilizzato per scopi privati fondi pubblici destinati in particolare all'infanzia.

Con Moioli, difesa dagli avvocati Rosario e Gabriele Minniti, i giudici della Decima sezione hanno assolto altri cinque imputati. Hanno invece condannato a quattro anni di reclusione Patrizio Mercadante, l'allora dirigente del settore Famiglia, per cui sono caduti alcuni capi di imputazione (la Procura aveva chiesto sette anni). Condannata, a due anni e tre mesi, anche Gesuina Faranda. A carico dei condannati sono state decise confische per oltre 28mila euro e risarcimenti alle parti civili, tra cui il Comune, di alcune migliaia di euro.

L'accusa contestava presunti illeciti nell'uso di denaro destinato alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza e alla ristrutturazione di centri per anziani. Le altre ipotesi formulate, a vario titolo, sono di falso e corruzione. Per la Procura, grazie a una serie di progetti «inesistenti» sarebbero usciti dalle casse comunali tra il 2010 e il 2012 circa un milione e mezzo di euro. Finiti tra l'altro in spese per la campagna elettorale di Moioli e Letizia Moratti, quest'ultima mai indagata nell'inchiesta in quanto inconsapevole delle irregolarità. «Il processo penale richiede prove - ha dichiarato ieri l'avvocato Rosario Minniti -, non slogan promozionali. Le categorie di destra e sinistra non devono entrare in un palazzo di giustizia». Nelle proprie repliche il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano aveva detto poche ore prima che Mariolina Moioli «era una potenza e la stessa giunta Moratti aveva un potere straordinario in quel periodo in cui la destra e Berlusconi governavano il Paese». Da qui il «sistema» di «arraffamento» messo in piedi dall'allora assessore centrista per «depredare la casse pubbliche». Occorre mantenere «ferma l'indignazione», ha concluso l'aggiunto. Alla posizione del pm si è associata il legale di Palazzo Marino, l'avvocato Maria Rosa Sala. Anche nella requisitoria la rappresentante dell'accusa era stata durissima: «Questa indagine - aveva detto - è la presentazione di un banchetto cui hanno partecipato» pubblici ufficiali «che tutto hanno divorato» credendo che «si può trangugiare tutto, che tutto si possa fare e che si possa usare come si vuole il denaro pubblico».

Infine: «L'Italia se la stanno mangiando questi».

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