Cronaca locale

Marito e moglie la sequestrano, babysitter ridotta a schiava del sesso

La 24enne peruviana fatta arrivare in Italia dai due aguzzini

Marito e moglie la sequestrano, babysitter ridotta a schiava del sesso

Hanno sequestrato una ragazza obbligandola a prostituirsi. Per questo motivo un albanese di 32 anni è finito in carcere e una ecuadoregna di 31 ai domiciliari. Per la coppia, che ha tre figli piccoli, le accuse sono di sequestro di persona, induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. La vittima, una ragazza 24enne peruviana, è riuscita a scappare e a chiedere aiuto alla polizia.

Una brutta storia che è stata risolta grazie alle indagini, condotte dagli agenti del commissariato Scalo Romana di Milano, indagini che sono nate proprio a seguito della denuncia presentata nel luglio 2018 dalla vittima.

Secondo quanto ricostruito nel corso dell'inchiesta, a fine marzo dello stesso anno la giovane donna aveva lasciato il suo Paese con la promessa di un lavoro come babysitter. Una promessa che non solo è risultata falsa, ma nascondeva anche una terribile trappola. Infatti, la giovane una volta giunta arrivata in Italia, è stata «avviata», con metodi violenti, alla prostituzione. Minacciavano persino di far del male a sua figlia di 4 anni.

Gli aguzzini, dopo averle pagato il biglietto aereo e ospitata nella loro abitazione, le hanno sottratto il passaporto e il denaro che aveva, e poi scattato alcune fotografie in lingerie pubblicate su un sito internet di incontri e sotto minaccia l'hanno costretta a prostituirsi. E ancora.

I due la accompagnavano agli appuntamenti, poi l'aspettavano fuori e la portavano da un cliente all'altro. Dopo di nuovo «scortata» a casa dove veniva segregata. Gli aguzzini tenevano i soldi pagati dai clienti, in genere cento euro a prestazione. Stando agli inquirenti, la vittima ha dovuto sottostare fino a cinque rapporti a sera. Ma un certo punto qualcosa è cambiato. Dopo tre mesi la vittima, approfittando di un momento di distrazione della «coppia», è riuscita a scappare e raggiungere il commissariato di Scalo Romana per denunciare i suoi sfruttatori.

La giovane è stata soccorsa e assistita, e collocata in una struttura protetta.

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