Cronaca locale

Meno pallone e più celle: addio al campo di Opera

Il penitenziario deve realizzare una nuova ala da 400 posti E l'unico spazio disponibile è quello dove giocavano i detenuti

Meno pallone e più celle: addio al campo di Opera

Pallone addio, servono celle. D'altronde cosa era Free Opera , la squadra di calcio dei detenuti di Opera, se non - a partire dal nome - il paradosso di un impossibile progetto di evasione, per via sportiva, dalla routine carceraria? Così si prende atto dell'ineluttabile. La squadra è sparita da un pezzo, adesso sparisce anche il suo campo. D'altronde il carcere in fondo a via Ripamonti scoppia, ancor più di San Vittore. Bisogna allargarlo, e stavolta ci sono i soldi per farlo. Oltre i soldi però serve lo spazio. E l'unico spazio disponibile è quello del campo da pallone. Per cui ecco la decisione; dove finora i detenuti si sfogavano inseguendo un pallone, stanno arrivando ruspe, impalcature, calcestruzzo. Dove si incrociavano dribbling e cross, sorgerà una nuova ala del grande penitenziario, destinata a ospitare 400 detenuti in più. Per giocare a pallone, si ritaglierà forse da qualche parte uno spazio per un campo da calcetto. Roba da poco.

Nelle ultime statistiche sull'affollamento carcerario, diffuse dalla presidenza della Corte d'appello il mese scorso, la situazione di Opera è fotografata con nettezza: 911 posti disponibili, ma 1.285 detenuti effettivi, pari al 41,1 per cento in più della capienza. Una situazione ancora peggiore di quella di San Vittore, che si ferma a un 29 per cento di sovraffollamento. Certo, Opera è un carcere più moderno, e alla ressa non si aggiunge il peso delle strutture fatiscenti. Ma intervenire era inevitabile, anche perché l'Italia si trova a fronteggiare il rischio di sanzioni da parte dell'Unione Europea se continuerà a non garantire lo spazio minimo vitale a ogni detenuto.

Così sta prendendo il via il progetto di ampliamento già contenuto nel «piano carceri» all'epoca del commissario straordinario Angelo Sinesio. Del piano fa parte anche la ristrutturazione dei due bracci di San Vittore chiusi ormai da quasi dieci anni, il secondo e il quarto, a lungo dati per irrecuperabili e invece destinati a tornare a nuova vita: il cantiere è destinato ad aprire tra non molto, aumentando il numero dei posti letto, e - effetto collaterale - chiudendo forse definitivamente l'interminabile dibattito sulla chiusura di San Vittore. La casa circondariale di piazza Filangieri resterà al suo posto per sempre, fino a quando la giustizia non inventerà un rimedio più umano della galera per mantenere l'ordine pubblico.

I 400 posti che sorgeranno a Opera sull'area del campo da calcio non saranno destinati a detenuti di massima sicurezza. Del resto nel piano carceri i detenuti ad alto rischio verranno destinati soprattutto nelle strutture apposite in corso di realizzazione in Sardegna, a Sassari e Cagliari. A Opera il reparto del cosiddetto 41bis resterà aperto, anche per appoggiarsi al centro clinico, ma con i numeri attuali. Addio, invece, agli ultimi emuli del Free Opera , utopia di libertà scontratasi con la dura realtà: anche perché in alcune inchieste è emerso che qualcuno dei reclusi approfittava di quei minuti in braghette corte per scambiarsi messaggi e accordi con i vecchi compari .

I detenuti effettivi nel penitenziario in fondo a via Ripamonti, pari al 41,1% in più rispetto al massimo della capienza.

È la percentuale di sovraffollamento della casa circondariale di San Vittore.

I posti disponibili nel carcere di Opera, secondo i dati forniti il mese scorso dalla Corte d'Appello di Milano.

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