Cronaca locale

In metrò fino a Baggio, Settimo e Monza

Il futuro dei trasporti aggiornato dopo 30 anni. Ora resta il nodo delle risorse

Maria Sorbi

La metropolitana milanese arriverà fino a Monza, Baggio, Rozzano, Paderno Dugnano, Pioltello e Settimo milanese, Trezzo d'Adda, Paullo. Lo ha stabilito il piano di mobilità approvato ieri dal Consiglio regionale lombardo. La Regione dà l'ok a una serie di prolungamenti (dalla M1 alla M5) che amplificheranno, di parecchio, l'effetto «rete» dei trasporti urbani e copriranno quelle zone che, ad oggi, sono raggiungibili solo in auto e in treno. Resta da sciogliere il nodo dei finanziamenti e dei dieci miliardi che il presidente della Regione Roberto Maroni ha chiesto al governo Renzi e che chissà se e quando arriveranno.

«Realizzeremo un sistema di interscambio funzionale con la rete di Milano - sintetizza il relatore del provvedimento, Fabrio Altitonante (Forza Italia) - Oggi se ci muoviamo all'interno di Milano utilizziamo i mezzi pubblico, ma se dobbiamo andare o venire da Milano usiamo l'auto». I nuovi collegamenti contribuiranno a ridurre il traffico in entrata e sulle tangenziali. La vera sfida è ridurre i tempi di spostamento, abbassare lo smog e integrare i vari sistemi di trasporto. L'ultimo piano di mobilità in Lombardia risale al 1982. E da allora le abitudini e i numeri degli spostamenti sono assolutamente cambiati: ogni giorno ci sono 16,4 milioni di tragitti, 700mila in più rispetto a una decina di anni fa e oltre un terzo concentrati su Milano. Gli spostamenti occasionali sono saliti del 15%.

Dal Pirellone arrivano precise indicazioni anche per sviluppare la rete ferroviaria. Tra gli interventi previsti c'è anche la riattivazione della linea tra Garbagnate, Arese e Lainate, con un intervento sull'ex raccordo ferroviario dismesso vicino all'ex Alfa Romeo. Verranno poi potenziate la linea Rho Gallarate, i collegamenti con Monza e sarà realizzata la linea Varese Mendrisio. Verrà riorganizzato il nodo Bovisa, rivedendo i collegamenti con Porta Garibaldi, Centrale e Cadorna.

Sul fronte delle strade, verrà completato il sistema viabilistico pedemontano, saranno completati la tangenziale Nord, il raccordo tra la A4 per Venezia, la tangenziale Est e il collegamento con la Brebemi. Lavori programmati anche per riqualificare la Paullese. Un elenco di opere il cui valore si avvicina ai 40 miliardi di euro (di cui oggi 16 sono già disponibili), con una previsione di investimenti di circa 22 miliardi destinati a metropolitane e treni e di circa 15 miliardi per strade e autostrade, compresa la Pedemontana.

«È un piano strategico e straordinariamente importante - commenta il presidente Maroni - Dopo trent'anni questo è il primo passo. Il successivo riguarderà le risorse: abbiamo 600 milioni di euro del Fondo di coesione, dobbiamo decidere come impiegarli, poi i 10 miliardi che ho chiesto a Renzi». Pd, Cinque stelle e Patto civico hanno votato contro e sostengono che sia stato dedicato troppo poco spazio alle risorse per il trasporto locale. «No ad un piano della immobilità. In Lombardia serve operatore del trasporto in grado di competere con il monopolista nazionale» interviene il presidente del Consiglio lombardo Raffaele Cattaneo, ex assessore ai Trasporti.

«Il futuro del trasporto pubblico non può dipendere dall'incremento delle risorse pubbliche: occorre avere degli attori che reggano con spalle solide gli investimenti necessari».

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