Cronaca locale

«Dal metrò alla visita del Papa a Monza il sindaco dice bugie»

L'azzurro candidato del centrodestra va all'attacco: «Promesse, sogni e falsità. Ma c'è voglia di cambiare»

Alberto Giannoni

Dario Allevi, candidato sindaco di un centrodestra che è tornato unito a Monza, terza città della Lombardia. Ultimo giorno di campagna elettorale. Che sensazioni avete?

«Una campagna bella, in mezzo alla gente, con una partecipazione cresciuta di settimana in settimana. Stiamo respirando una voglia di cambiamento che ci fa ben sperare».

Lei accusa il sindaco uscente, Roberto Scanagatti, di aver detto bugie. Perché?

«Sulla Villa Reale, per esempio, mentre il predecessore Mariani cercava fondi per i restauri con la Regione, l'allora consigliere Scanagatti girava raccogliendo firme e sostenendo che la villa venisse data ai privati. Poi si è preso il merito del lavoro, dimenticando quanto lo avesse osteggiato. Va bene che in campagna si sente di tutto ma insomma...».

Lei pensa a nuovi lavori.

«Sì, 26 milioni (19 della Regione e 7 del privato) hanno permesso di fare il corpo centrale. Adesso si deve recuperare l'ala nord, i giardini. Con il presidente Maroni abbiamo già cominciato a pensare cosa fare delle porzioni ancora da recuperare. Per esempio nell'ala nord un centro studi per mobile e design, una location magari legata alla Settimana del mobile di Milano».

Cosa altro rimprovera al sindaco?

«Ha fatto capire ai monzesi che la visita del Papa è stato merito suo, quando invece la scelta del parco è stata fatta da Vaticano per ragioni legate all'afflusso dei fedeli. Non è stato corretto. Lo stesso per i concerti o la metropolitana».

Arriverà a Monza. O no?

«È indispensabile e improcrastinabile. Ero piccolo e già se ne parlava. Noi faremo di tutto e faremo di tutto perché i tempi non siano quelli che sembrano. Scanagatti non ha non portato nulla, c'è uno studio ma serve una copertura da 1 miliardo e 300milioni. Il sindaco Sala deciderà se il prolungamento della Lilla rientra fra le priorità. Ma i lavori inizierebbero nel 2028. Per ora stato uno spottone elettorale con Renzi pochi giorni prima del referendum costituzionale».

A Monza sono arrivati il presidente di Fi Silvio Berlusconi e i leader di Lega e Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

«Monza è fra le prime 6-7 città su oltre mille in cui si vota. È una grossa responsabilità e spero che possa arrivare un messaggio ai nostri leader nazionali: quando il centrodestra è unito e compatto può vincere sfide importanti. Anche in vista delle future Politiche spero in questo segnale».

Ma è possibile che servano altre due settimane di campagna per decidere il nuovo sindaco, al ballottaggio.

«Con 7 candidati c'è questa possibilità, lo dice la matematica. Ma se i monzesi andassero a votare in massa e l'affluenza salisse oltre il 70-75%, potremmo anche non aver bisogno di tempi supplementari».

Nel caso in cui servissero?

«Abbiamo un programma ben preciso, con punti chiari e diversi da quelli della sinistra. Chiunque sia interessato a convergere su queste idee, noi siamo disposti a incontrarlo. Quando ha vinto il centrosinistra noi eravamo divisi. Stavolta il centrodestra è unito e allargato anche a due bellissime liste civiche capaci di intercettare anche chi non si riconosce nei partiti.

Questa amministrazione ha fallito e ora occorre girare pagina».

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