Cronaca locale

Miart, la fiera delle gallerie che lanciano la sfida alla crisi

Fino a domenica quasi 200 espositori tra moderno e contemporaneo. E in città fioccano i «vernissage»

Il momento clou di questa settimana dell'arte, che vede inaugurare in rapida successione mostre private e installazioni pubbliche, apre i battenti oggi, o meglio domani se si considera che l'opening di Miart di stasera sarebbe a inviti. La fiera d'arte di Milano, che anche quest'anno è ospitata nei padiglioni di Fieramilanocity, rappresenta infatti il vero termometro per il collezionismo sotto la Madonnina. Un collezionismo che sembra non conoscere crisi, anche se gli addetti ai lavori ben sanno che i veri affari anche le gallerie italiane sono più avvezze a farli oltreconfine. Va comunque dato atto a Fieramilano di aver dato vita in questi anni a un evento di sicuro spessore internazionale, considerato il livello delle gallerie presenti, quest'anno 185 provenienti da 19 Paesi, e quello delle opere in mostra che valgono un tour. Gli affari sono altra cosa, e spesso ai galleristi basta tornare a casa con un buon portafoglio di contatti. Fino a domenica, dunque, tutti a spasso per i padiglioni per ammirare l'arte d'oggi, o quantomeno farsene un'idea, senza dimenticare che per gli idiosincrasici del contemporaneo c'è a disposizione anche una buona parterre di espositori di arte del Novecento. Quest'anno il comitato organizzatore è riuscito nel compito non facile di attrarre anche nuove gallerie di peso internazionale, come Cabinet di Londra, Corvi-Mora di Londra, Marian Goodman Gallery di New York, Hauser & Wirth (Hong Kong Londra Los Angeles New York Somerset St. Moritz Gstaad Zurigo), Herald St (Londra), GalerieThaddaeus Ropac(Parigi Londra Salisburgo) e Tucci Russo (Torre Pellice).

Miart è il cuore di una «art week» che, in collaborazione con l'assessorato alla Cultura del Comune di Milano, coinvolge praticamente tutti o maggiori spazi espositivi della città con un ricco calendario di mostre: dai Chiostri di Sant'Eustorgio al Museo Diocesano, dai Frigoriferi milanesi alla Fondazione Adolfo Pini, dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro alla Fondazione Carriero, dalla Fondazione ICA Milano alla Fondazione Nicola Trussardi, dalla Fondazione Prada al PAC, da Palazzo Dugnani a Palazzo Reale.

Proprio ieri FM Centro per l'Arte Contemporanea di via Piranesi ha presentato un'originale mostra dedicata al rapporto tra arte e femminismo in Italia. Curata da Marco Scotini e Raffaella Perna con il contributo di Dior, la mostra ricostruisce in modo puntuale un panorama artistico rimasto spesso in ombra nella recente storia dell'arte e quasi assente nel mercato, individuando nel 1978 l'anno catalizzatore di tutte le energie in campo, con opere di oltre 100 artiste italiane e internazionali attive in quegli anni in Italia.

Per gli amanti delle installazioni multimediali, da non perdere ancora una volta una visita alla magnifica Fondazione Prada che sabato presenta Weather Line, opera di grandi dimensioni realizzata da Lizzie Fitch (USA, 1981) e Ryan Trecartin (USA, 1981), rappresenta il primo risultato di un processo creativo, intrapreso dalla fine del 2016, attraverso il quale i due artisti indagano il concetto di nuova terra promessa e l'instabilità intrinseca all'appropriazione territoriale.

MdM

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