Cronaca locale

Milano in corsa per l'Agenzia europea del farmaco

Per Sala la decisione entro l'estate. I farmacisti al governo: «Occasione da non perdere»

Marta Bravi

«Io sono abbastanza certo che la decisione sull'Ema (l'European Medicines Agency) ovvero l'Agenzia Europea del farmaco, che non vuol dire il trasferimento operativo, avverrà in un tempo non lungo. Secondo me orientativamente da qua alle vacanze estive». Ne è convinto il sindaco Giuseppe Sala, non mostra alcuna incertezza sulla fattibilità di questo progetto. «Vedrete che sull'Ema - conclude - decideranno in fretta e noi dovremo essere pronti».

A questo proposito una settimana fa, proprio il sindaco e il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni avevano annunciato una lettera al governo per sollecitare la candidatura di Milano in Europa. In pressing sul governo il presidente della Federazione Ordini Farmacisti Italiani Andrea Mandelli che invita «l'esecutivo Gentiloni a non perdere un'importante opportunità di sviluppo per il Paese. È necessario trovare al più presto una soluzione adeguata, presentandosi in sede comunitaria con un progetto valido e appetibile. Noi siamo pronti a confrontarci da subito per raggiungere l'obiettivo».

Per quanto riguarda i passaggi dell'operazione: la candidatura va presentata ufficialmente dal governo italiano; la Commissione europea dovrebbe poi indicare parametri e obiettivi, ed a questo dovrebbe seguire l'accordo tra governi con le offerte formali. Dalla firma per il Brexit, si dovrebbero avere 2 anni di tempo; ciò significa che entro il 2019 l'Italia dovrebbe essere in grado di accogliere l'agenzia. «Ora che le parole del primo ministro britannico May hanno impresso un'accelerazione a questo percorso, bisogna stringere» ha concluso Mandelli, vice presidente della Commissione bilancio di Palazzo Madama.

Il trasferimento dell'agenzia con sede a Londra nella nostra città rappresenta una grande operazione dal punto di vista culturale e scientifico, che avrebbe anche significativi ritorni economici per il nostro Paese in relazione all'indotto che determinerebbe. «Il settore farmaceutico rappresenta il 10% del Pil nazionale - sottolineava Diana Bracco, presidente e ad dell'omonimo gruppo - è strategico e non può essere trascurato». Notevoli sarebbero anche le ricadute positive sul territorio italiano, considerando che l'Ema «ha mille dipendenti, attrae 56mila presenze l'anno, paga 65mila pernottamenti in albergo e 60mila voli aerei annualmente.

Il paese ospitante l'Ema - ricordava a settembre il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Luca Pani - attrae al contempo nuove sedi di aziende farmaceutiche per la gestione delle negoziazioni».

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