Cronaca locale

Milano corteggia Miss Italia Ma da 34 anni non vince più

Da Lucia Bosè a Federica Moro solo in cinque hanno vinto il titolo. E (quasi) tutte partendo da Cenerentola

Forse non è più il lasciapassare per il successo, ma solo il sogno di una notte di mezza estate. Miss Italia, dimezzata, zoppicante, fuori moda, resta storia del nostro costume, un marchio di fabbrica, una nostalgia che non se ne va. Stasera sarà l'edizione numero 77, come le gambe delle donne, e Milano è in credito da un po' con l'Olimpiade delle bellezza. Tre miss nelle prime cinque edizioni, a cavallo delle guerra, ma sono trentaquattro anni che Milano non è la più bella del reame. Cinque miss in tutto, in quasi ottant'anni di storia. E nessuno, forse, se le ricorda più. A partire da Gianna Maranesi, la prima, anno 1940. Ha 14 anni e fa la commessa in un negozio di argenteria quando spedisce la sua foto a 5.000 lire per un sorriso, la madre di miss Italia, un concorsone sponsorizzato da una marca di dentifricio. Sembra più grande della sua età e forse lo è, ha un sorriso delicato ma non timido. É una vittoria senza sogni la sua: ha tante offerte dal cinema, ma l'Italia è in guerra da cinque mesi, lei è piccolina e i suoi dicono no. Farà da madrina ai soldati che sono al fronte e niente di più. A guerra finita sposa un industriale, va a vivere a Pisa, mette al mondo due figli. L'amore è il suo premio. Dodici mesi dopo la corona passa a un'altra di Milano, Adriana Serra, siciliana di famiglia, che ha 20 anni, teatro alle spalle e voglia di diventare qualcuno. Figlia di un avvocato dopo il liceo fa cinque anni di conservatorio. Vive in via Fratelli Bronzetti, circondata dai libri, e ha un leggere difetto di pronuncia, una esse sibilante che corregge con esercizi che non finiscono mai. Quando debutta a teatro con la compagnia di Emma Grammatica, nella parte di una camerierina in La damigella di Bard, studia per giorni la parte anche se deve dire poche parole, sul palco però le dimentica tutte e due lacrime nere scendono lungo il cerone. Ma si rifà. Diventa miss tra gli allarmi aerei, dirà «a mia insaputa», entra in tv il giorno di Pasqua del 1954, infila 350 trasmissioni, Paese che vai, Fortunatissima, farà film, radio, sceneggiati tv, diventa Signorina Buonasera, presenta il Festival di Sanremo con Enzo Tortora, riceve chilogrammi di posta. Si arrende solo a un ufficiale dell'aeronautica, a 36 anni molla tutto e va vivere a Roma. Se ne è andata nel 1995.

Nessuna però ha la forza dirompente di Lucia Borloni, in arte Bosè, forse la più bella Miss Italia di sempre, una bellezza del Duemila trapiantata per sbaglio nel dopoguerra. A Stresa, anno 1947, arriva per lo scherzo di un amico che manda alcuni scatti rubati all'Idroscalo al concorso. In gara ci sono tutte predestinate: Gina Lollobrigida, Gianna Maria Canale e Eleonora Rossi Drago. Lucia è Cenerentola. Ha 16 anni e lavora come commessa alla pasticceria Galli di via Victor Hugo, famosa per i marron glaces, fa i mestieri di casa prima di andare al lavoro, con il tram numero 13. Luchino Visconti entrando in pasticceria un giorno le dice: «Lei farà del cinema, lo sa?». Papà è operaio in una fabbrica di vernici, prima della guerra partiva da San Giuliano in bicicletta per vendere uova, latte e formaggi in città. I bombardamenti la lasciano con il solo pigiamino addosso, vanno a vivere in via Ampola. Dice: «Ero lunga come la fame e mangiavo per quattro». Ai giudici piace per quello che è: popolare, spontanea e capacece di fischiare con le dita come gli uomini. Fa il cinema con Antonioni, Bolognini, Rosi, poi sposa Luis Dominguin, il torero più famoso del mondo e va via. Il figlio Miguel Bosè, che sembra lei, avrà lo stesso successo.

Quasi vent'anni dopo la corona tocca ad Alba Rigazzi, caso unico, che vince cinque anni dopo la sorella Layla. Alba però è di Milano, Layla di Mortara. Mamma Mirella la sogna star ma ad Alba fa valletta di Mike Bongiorno e decide che non fa per lei: «Mi imbottisco di tranquillanti e sono ormai un automa. Mi domando: è vita questa?». Alba sposa un medico psichiatra di Como e ha due figlie Isabella e Solange. Non ci pensa più.

L'ultima, nell'anno del Mundial di Spagna, è Federica Moro, detta Chicca, brianzola di Carate Brianza, quarto anno di liceo linguistico, papà Luigi agente di commercio, settore arredamento. La ripescano per la finale all'ultimo momento al posto di Manuela Magretti e vince anche perchè Ugo Tognazzi fa il diavolo a quattro in giuria. Ha 17 anni, gli occhi verdi e antenati illustri, Modigliani e Finzi Contini. Oggi fa la gallerista a Lugano.

É sempre bellissima.

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