Cronaca locale

«Milano fa anche ridere ve lo spiego in un istante»

Enrico Bertolino per un weekend al Nuovo: «Porto sul palco Pisapia e un derby Milan-Inter»

Ferruccio Gattuso

Il «weekendino» fuori porta è sacro, guai a chi ce lo tocca. Da buon milanese Enrico Bertolino lo sa bene, difatti la sua analisi storica la serve subito: «Le Cinque Giornate di Milano non sono durate una settimana proprio per quello: rivoluzione sì, ma poi mi tengo libero per il weekend». Si parte dal passato risorgimentale, poi si arriva allo stretto contemporaneo nello show Le due giornate di Milano che Bertolino porta in scena al Teatro Nuovo oggi e domani (ore 20.45). D'altronde, per il comico aristocratico nel look ma democratico nell'animo la solfa cambia poco da ieri ad oggi: la sua formula di «instant theatre» funziona alla grande. «Ti dicono: non hai uno spettacolo nuovo? Allora passa di qui con un recital spiega Ma siccome a noi, intendo io e gli altri autori Luca Bottura e Massimo Nove, piace complicarci la vita, ecco che ci è venuto in mente di aggiornare in tempo reale lo spettacolo. Tanto l'Italia non smette mai di dare spunti alla satira e alla comicità in genere: in Scandinavia non ce l'avremmo mai fatta». Questo significa aprire i giornali e tenere le antenne ben dritte ogni santo giorno in cui si alza il sole. Enrico Bertolino ha la dote unica di condire ogni battuta con ingredienti perfettamente combinati: la velocità del parlato, l'ironia sofisticata e popolare insieme, il fosforo in ottime dosi. Insomma, sembra l'uomo giusto per la missione. «In fondo facciamo informazione satirica spiega il comico Con in più, per queste due serate al Nuovo, uno sguardo speciale alla nostra città, ai suoi quartieri e ai suoi cambiamenti. Il mio quartiere preferito? Resta sempre quello dove sono cresciuto: l'Isola. A me piace chiamarla l'isola-che-c'è, con tante scuse a Peter Pan. I nuovi grattacieli a due passi non sono male, basta che non esagerano. Perché al milanese è un attimo che gli girino le balle: e da grattacieli diventano gratac».

E non servono traduzioni. La formula dell'instant theatre prevede ospiti ad ogni serata: per la prima Bertolino ha pensato all'ex sindaco Giuliano Pisapia, per la seconda ha allestito un'intrigante derby con il milanista Demetrio Albertini e l'interista Giuseppe Bergomi, campioni di un passato in cui il calciatore non sproloquiava su Twitter e non sfoggiava tatuaggi fin sul collo: «Pisapia è un milanese, dirà la sua sulla città come la vede oggi, mentre Albertini e Bergomi spiegheranno come vedono il calcio milanese e nazionale in tempi di cinesi e soprattutto di derby giocati a mezzogiorno per guadagnare trecento milioni di spettatori in tv. Loro due i derby li hanno giocati sempre alle tre del pomeriggio, magari nella nebbia più fitta». Sul passaggio di papa Francesco in città non mancheranno battute, ma nessun trailer figura qui: se le godranno gli spettatori in teatro. L'ultima battuta è un ritorno al passato risorgimentale: «Le Cinque Giornate spiegano tanto dei milanesi conclude Bertolino Chi è passato di qui ha sempre preso e portato via, basti pensare a spagnoli e francesi. Gli austriaci sono stati tra i pochi che ci hanno lasciato qualcosa, dalla cotoletta a un certo rigore mitteleuropeo. E noi con chi ci incazziamo? Con gli austriaci. Alla fine sono state le troppe tasse a farci girare le balle. Pagavamo un diciottesimo di tutte le tasse dell'impero austro-ungarico».

Tutto, ma non la figura dei pirla.

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