Cronaca locale

Milano generosa (nonostante la crisi)

Milano generosa (nonostante la crisi)

I milanesi sono profondamente convinti che il senso civico di una persona trova il suo fondamento nei valori morali che stanno dentro ognuno di noi. Anzi, ne sono sempre più convinti: lo dice il 67% quest'anno contro il 62% del 2013. Sarà per questo che nonostante la crisi, nonostante abbiano sempre e da anni la sensazione che il senso civico vada diminuendo (lo sostiene il 59%), non hanno perso la voglia di aiutare gli altri. Nel borsellino hanno meno soldi e per questo magari aiutano in misura minore, ma è invece rimasto intatto lo sguardo oltre se stessi. Insomma il detto «milan col coeur in man» non è un vecchio adagio delle generazioni passate, ma resiste ancora oggi. Resiste al lavoro che non c'è, resiste al futuro incerto, resiste alle tecnologie che avanzano e anche alla tendenza a chiudersi ognuno nel proprio guscio. È quanto emerge dalla ricerca sul senso civico e di solidarietà dei milanesi commissionata a Ipsos da Comieco e Amsa-Gruppo A2A e da un varie associazioni cittadine (Assoedilizia, Amici di Milano, Associazione SAO, Ciessevi, City Angels, Coordinamento Comitati Milanesi) in collaborazione con Legambiente, presentata ieri in Comune. L'occasione era la 15esima edizione del Premio alla virtù civica Panettone d'Oro, patrocinato dal Comune di Milano e riservato a cittadini ed associazioni meritevoli (nell'articolo a fianco il dettaglio). La ricerca rassicura chi teme che la crisi spinga a rinchiudersi in se stessi: il 53 per cento dei milanesi oggi si sente ancora più vicini a chi bisogno, contro il 38 per cento di tre anni fa. Certo, rispetto al 2011 non riescono a «donare» come facevano allora. Ma la maggior parte, il 49 per cento, ovvero praticamente un milanese su due, sostiene di continuare a contribuire con offerte e donazioni anche se in modo minore. Rispetto a tre anni fa infatti sono sempre gli stessi quelli che rispondono «non aiuto più perché non posso permettermelo»: erano il 16%, ora sono il 17%. Il 25 per cento sostiene di non aver cambiato negli ultimi anni le proprie abitudini e di aiutare gli altri come prima della crisi. Ma per i milanesi solidarietà non significa in principal modo fare donazioni in denaro (solo il 14% ritiene che sia così). Per 8 milanesi su 10 vuol dire dedicare tempo a un'attività di volontariato. Così come i due terzi degli intervistati non hanno esitati a stigmatizzare la corruzione come il comportamento più inaccettabile. Offrire bustarelle in cambio di favori è grave, e rispetto allo scorso anno l'idea è andata rafforzandosi. Al secondo posto la metà dei milanesi (53%) ritiene grave l'evasione fiscale ma è una «gravita» che va a scemare rispetto a qualche anno fa quando lo dichiarava il 58%. Così come scende dal 46% al 38% la percentuale di chi ritiene grave assentarsi dal lavoro per malattia quando non si è malati.

La raccolta differenziata che qualche anno fa era considerato un forte indicatore di senso civico. Oggi è visto così dalla maggior parte dei milanesi il 75 per cento ma è entrato ormai nella quotidianità, e i comportamenti non sono più ritenuti virtuosi ma necessari

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