Cronaca locale

Milano-Sanremo d'antan Con le bici di allora per una sfida da "eroi"

Partiti in 72 dall'Arco della Pace su «gioielli» del 1930. Tre tappe con Turchino e Cipressa

Milano-Sanremo d'antan Con le bici di allora per una sfida da "eroi"

«Passa la prima Milano-Sanremo e nel polverone ben presto scompar. Dio solo sa quando noi giungeremo, anche il Turchino dovremo scalar Passa la prima Milano-Sanremo: Petit Breton, Pellissier, Garrigou! Ogni bicicletta chili 33 e una medaglietta solo ai primi tre...Si partì lunedì e arrivammo di mercoledì. Come premio trovammo a Sanremo un bacio, un sorriso e un fior! Fiori di Sanremo per il vincitor...». Così cantava il Quartetto Cetra raccontando la Milano-Sanremo. Un mondo fa. Un'altra vita e non solo ciclistica cominciata nel 1907 davanti all'osteria della Conca Fallata lungo il Naviglio Pavese quando, al primo via, si presentarono trentatré dei sessantadue corridori iscritti. Eroi davvero. Pioveva e faceva freddo come spesso capita a marzo e come probabilmente capiterà anche domani mattina quando partirà l'edizione numero 109 della classica di Primavera Ora a decidere chi vincerà, se ci saranno dubbi in volata, sarà la Var che dopo il calcio debutta anche nel ciclismo. Allora dubbi non ce ne furono e fu il francese Lucien Petit-Breton, sotto contratto con la Bianchi, che completò i 281 chilometri del percorso a 26,206 chilometri all'ora di media.

Immagini sbiadite che però sempre più spesso rivivono nella riscoperta del ciclismo di una volta che fu che sta tornando prepotentemente di moda. E allora la Grande corsa riparte. Torna a vivere nella Gran Corsa di Primavera che è cominciata pochi giorni fa con una speciale punzonatura nel Museo Alessandria Città delle Biciclette e per tutto il fine settimana sarà una lunga celebrazione a pedali. Settantadue coraggiosi che hanno fatto passerella sfilando davanti alle bici di Girardengo, Coppi e Bartali, «ferri» che hanno fatto la storia della corsa e che saranno le «protagoniste» di una mostra allestiti in questi giorni al Casinò di Sanremo. Cinquantadue italiani, tredici francesi, due olandesi e un belga che ieri sono partiti dall'Arco della Pace e sabato arriveranno nella città dei fiori poco prima dei professionisti. Tre tappe: la prima tappa fino a Tortona, la seconda fino a Finale Ligure per finire con gli ultimi 76 km, tutti rivieraschi in una passerella che raccoglierà applausi e ammirazione. Dopo tanta fatica perchè anche di questo si tratta visto che si pedalerà su bici d'allora, pesanti, senza cambi, con un solo rapporto da pianura e un solo rapporto da salita dall'altra parte del mozzo della ruota. I «grancorsini», tutti come allora vestiti, partono con la benedizione delle bici di Coppi, di Bartali e di Girardengo e con la maglia di Eddie Merckx, cimeli che ritroveranno nella mostra a Sanremo dove andranno in visita dopo aver tagliato il traguardo. Bici che non si vedevano da 69 anni dopo aver duellato in lungo e in largo sulle strade di Giro, Tour e anche della Sanremo. Sono le bici del 1949 quelle che, in un'edizione fantastica del Tour de France finirono dopo un lungo duello, che divise l'Italia in due, una davanti all'altra, Fausto davanti a Gino. fausto più forte di Gino nelle due crono e sulle Alpi. La mostra sanremese è un tributo ai campioni della MilanoSanremo, la classicissima di primavera che una volta sanciva l'apertura della stagione mondiale del ciclismo. Entrambe le biciclette appartengono alla collezione di Gianfranco Trevisan, amico e prestatore di «AcdB» e del Museo del Ghisallo, che ha accettato di mettere in rassegna questi gioielli, capaci di celebrare il mese della Milano Sanremo. A completare il quadro di questa rassegna c'è la bicicletta del primo campionissimo Costante Girardengo, una Maino, con cui Gira vinse il Campionato Italiano e la Granfondo del 1913, ritrovata nel vecchio negozio «Maino» ad Alessandria, rilevato nel 1957 da Giovanni Meazzo e da lui stesso restaurata. La Gran Corsa di primavera è organizzata dalla Lca Associazione Sportiva Dilettantistica di Bassano del Grappa che, per ricordare gli autentici motivi ispiratori della manifestazione, ha stilato un decalogo per tutti i partecipanti: non è una gara, si sta tutti insieme come in una grande famiglia e il credo è uno solo, divertirsi. Poi a Sanremo, come allora, troveranno un bacio, un sorriso e un fior.

.

Commenti