Cronaca locale

Da Milano alla Svizzera Studentesse e lucciole per pagarsi l'università

Un centinaio di ragazze ogni weekend attraversa il confine Lavorano nei night e nei locali. I clienti? Quasi tutti italiani

«Sa, la verità è che io qui in Svizzera mi sento veramente al sicuro. Sono serena perché lavoro in una struttura, ho il permesso di soggiorno, la polizia passa e fa i controlli e - dettaglio non trascurabile - guadagno parecchio. Arrivo il venerdì e me ne vado la domenica sera. E qualche volta, oltre a pagarmi gli studi universitari, l'affitto e a mandare un po' di soldi a mia madre che adesso è tornata a vivere in Marocco, riesco persino a comprarmi, che so, una bella borsa, un paio di scarpe griffate...Qualcosa che mi gratifichi, insomma».

Simona sorride spalancando gli occhioni scuri, mentre con una mano scuote i capelli scurissimi e ricci che le ricadono fino a metà schiena. Ventiduenne di origine marocchina ma cittadina italiana perché nata qui, a Milano condivide un appartamentino in viale Bligny con altre due studentesse e dal lunedì al venerdì frequenta i corsi del terzo anno di economia all'università Bocconi come una ragazza qualunque. Poi il venerdì si trasforma, accantona i libri, s'infila minigonna e zatteroni, trucco aggressivo sul viso e via, verso un noto locale del centro di Lugano. Dove fa l'entraineuse o, se preferite, si prostituisce. In Svizzera, infatti, la prostituzione non è reato, lo è invece lo sfruttamento della prostituzione. Così chi ha fatto la scelta di Simona («come me tante altre ragazze, moltissime proprio studentesse, si muovono verso la Svizzera nel fine settimana» ci confida la ragazza) chiede il cosiddetto «permesso breve» che consente di svolgere un'attività in Svizzera per periodi di tempo limitati.

«Le prostitute che invece decidono di stabilire qui la propria residenza - spiega Omar, titolare di un sauna club di Bellinzona - rischiano di ottenere addirittura una tassazione fatta ad personam , proprio come i milionari. Che, in virtù dei loro patrimoni o dei loro guadagni e per evitare che fuggano in altri cantoni o lidi fiscali al di fuori della Svizzera, hanno agevolazioni nel pagamento dei tributi».

Nei night e nei baretti tra Chiasso, Lugano e Mendrisio, durante i fine settimana arrivano circa un centinaio di ragazze solo da Milano. E i loro clienti sono perlopiù italiani. «Sono scappati oltre confine in massa dopo che la nota ordinanza “anti sesso“ della giunta Moratti, nel 2009, impose fosse rilevata la targa dell'auto di chi frequentava le prostitute - ride sornione il titolare di un noto strip bar di Briga, nel canton Vallese, che preferisce restare anonimo -. Quello stramaledetto verbale che arrivava a casa ha rovinato, per così dire, fior di padri di famiglia, non so se mi spiego...Così è iniziato il boom della Svizzera. Dove, tra l'altro, divertirsi costa meno».

E qui torniamo alla nostra Simona. Che guadagna 100 franchi (85 euro) a prestazione. Extra esclusi, s'intende. «Se il cliente pretende passi con lui più tempo mi paga di più, si capisce - spiega la ragazza -, ma in Italia la tariffa per una prestazione offerta da una donna del mio medesimo livello non scende mai sotto i cento euro».

Inoltre, se il locale dove la ragazza incontra i clienti chiude, tanto per fare un esempio, alle 2, l'uomo che arriva all'una e trenta usufruisce di uno sconto.

Una sorta di last call, insomma.

Commenti