Cronaca locale

Milano «vede» le Olimpiadi I dubbi su Bormio e strade

La commissione tecnica premia il dossier italiano: «A Stoccolma mancano le garanzie finanziarie»

(...) gli esperti consigliano di aggregare le gare di sci alpino a Cortina, eliminando quindi la discesa maschile a Bormio. Suggeriscono poi di usare un impianto «già esistente altrove in Europa» invece di ristrutturare la pista di bob «Eugenio Monti» a Cortina chiusa dal 2008 («i costi del progetto sono stati considerevolmente sottovalutati»). Terzo: il sistema per raggiungere i tre sedi olimpiche di montagna (Valtellina, Cortina e Val di Fiemme) andrà fortemente rafforzato per reggere l'urto di migliaia di spettatori al giorno, si citano le «strade strette o a senso unico, capienza limitata di treni e trasporti pubblici». E sarà «difficile o impossibile potersi spostare» in giornata tra due dei cluster. Quarto: il rapporto budget-ricavi sembra premiare Milano-Cortina (avrebbe un surplus di 54 milioni contro i 37 di Stoccolma), pesa invece la scarsa crescita economica dell'Italia, definita «di moderata solidità» e «proiettata secondo i dati dell'Economist intellngence Unit verso una crescita inferiore all'1% l'anno nei prossimi 4 anni», anche se «in Lombardia e Veneto è leggermente superiore».

Che l'Italia abbia fatto meglio i compiti si capisce già invece dal confronto sui dati economici. La Svezia ha inserito nel budget 300 milioni di dollari dagli sponsor (il Cio ha indicato un tetto di 200) mentre Milano-Cortina si è mantenuta sotto, a circa 175 milioni e ha richiesto un contributo dl 396 milioni al Cio contro i 452 milioni della sfidante. Per Milano-Cortina «i prezzi dei biglietti sono in linea con quelli i precedenti Giochi olimpici» mentre per Stoccolma-Are «sono di fascia alta». E se l'Italia ha adeguato correttamente il contributo del Cio e degli sponsor alla valuta del 2026, Stoccolma si è basata sul 2018 e «questo potrà creare un gap significante nel budget». I conti (tradotto) sono da rifare. Milano-Stoccolma ha 13 impianti su 14 già esistenti o temporanee (il 93%, l'unica da realizzare ex novo sarà l'arena a Santa Giulia per l'hockey su ghiaccio) e 12 sono pubbliche e verranno messe a disposizione gratis. L'Italia ha messo a budget 62,5 milioni di dollari dal governo, la Svezia deve contare al 100% sui privati. E il Comune di Stoccolma «non ha firmato il contratto di città ospitante», affitterà le strutture sportive necessarie e assicurerà i servizi pubblici «allo stesso livello e alle stesse condizioni di qualunque altro evento organizzato in città». E Stoccolma-Are ha fornito le lettere di intenti ma non ancora le «garanzie vincolanti per le nuove strutture, villaggio olimpico, l'ovale per il pattinaggio di velocità e le sedi per biathlon e sci di fondo». I due villaggi olimpici «dipendono interamente da fondi privati ma nessun accordo è stato ancora firmato nè sono state indicate fonti alternative».

Nelle 144 pagine del report si cita più volte il precedente positivo di Expo 2015, compreso il patto anti scioperi che sarebbe replicato durante i Giochi. Sia Milano che Stoccolma offriranno i mezzi gratis agli spettatori muniti di biglietto. Morariu ha sottolineato che «entrambi i progetti hanno pienamente soddisfatto la filosofia dell'Agenda 2020», progetti al risparmio e attenti all'ambiente, «hanno gli atleti al centro e hanno calcolato un budget operativo mediamente inferiore del 20% rispetto ai Giochi in Cina nel 2018 e quelli preventivati per Pechino 2022». L'Italia è più debole su tecnologia e potrebbero pesare i costi degli spostamenti dalle montagne ai luoghi delle cerimonia di aperture (allo stadio di San Siro) e chiusura (Arena di Verona), in Svezia a preoccupare il Cio sono i rischi per l'ambiente ad Are, Falun e Sigulda, vicine ad aree naturali protette. Criticità anche per Hamra (sede per biathlon e sci di fondo) che si sviluppa all'esterno di una vecchia cava. Stoccolma ha «un sistema di trasporti pubblici tra i migliori al mondo» mentre anche per Are e Hamra sarà «di vitale importanza» rafforzare i collegamenti. Sempre Are e Falun hanno un'offerta di posti in hotel ancora troppo limitata.

Il report sarà presentato ai rappresentanti degli 87 Paesi membri del Cio la mattina del 24 giugno a Losanna. Al pomeriggio, presentazione finale e votazione. Ne servono 44 per vincere.

Chiara Campo

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