Cronaca locale

Il ministero ci ripensa: più prof al Nord

Roma. Lombardia più trecento posti, Sicilia meno 398. I conti del “concorsone“ adesso tornano. Per la prima volta dopo 13 anni il ministero dell'Istruzione ha bandito un concorso per l'immissione in ruolo di quasi 12.000 insegnanti. Ma non appena sono uscite le tabelle sui posti assegnati a ciascuna regione si sono scatenate le polemiche e non soltanto per l'evidente sproporzione tra il Nord, lasciato quasi a bocca asciutta, e il Sud che invece sembrava aver fatto tombola. A provocare la denuncia in particolare dell'ufficio scolastico regionale della Lombardia era stato l'evidente squilibrio tra i posti assegnati e l'effettivo bisogno della regione dove ci sono molti più posti scoperti.
A quel punto si è fatta sentire la Lega Nord con il senatore Mario Pittoni, capogruppo leghista in commissione Istruzione a Palazzo madama.
«La nostra battaglia per limitare i danni di una procedura superata che oltretutto non premia il merito e neppure i giovani sta finalmente ottenendo qualche risultato -dice Pittoni- Grazie al pressing del Carroccio crescono infatti le cattedre assegnate alle regioni del Nord e si riducono da 7,5 a 0,5 i punti attribuibili per il massimo dei voti di laurea, insolitamente concentrato in alcune zone penalizzando i candidati del resto del territorio».
Pittoni fa riferimento alla maggiore frequenza di con la quale in alcuni atenei del sud si riesce ad ottenere una laurea con il massimo dei voti. Statisticamente gli Atenei del nord, a parte qualche eccezione ovviamente, sono più “parchi“ e più raramente assegnano la lode. Alcune regioni, insiste Pittoni, producono laureati con il massimo dei voti in percentuale superiore di quattro volte ad altre realtà.
Pittoni spiega che «dopo l'incredibile sproporzione di posti a favore del sud» sono stati rivisti i criteri che per la prima bozza si erano quasi esclusivamente basati sui pensionamenti previsti nel futuro. L'assegnazione delle cattedre è stata ricalcolata sulla base invece del più giusto criterio «dell'effettiva disponibilità dei posti». Pittoni segnala che la revisione non è andata giù alla deputata del Pd Alessandra Siragusa che ha depositato un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo.Nell'interrogazione la Siragusa chiede al ministro le ragioni della riduzione dei posti e soprattutto di riportarle al numero iniziale.
Come sono state ridistribuite le cattedre?La Lombardia è passata dagli originali 1.060 posti agli attuali 1.361 pari ad un più 28,3 per cento. Ma anche il resto del nord è stato premiato. Il Piemonte è passato da 430 a 606 posti; il Veneto da 390 a 509; il Friuli Venezia Giulia da 54 a 103; la Liguria da 180 a 196. Segno meno invece per il Sud. La Sicilia è stata la più colpita passando dalle 1.592 cattedre della prima bozza alle 1.194 della stesura attuale con ben 398 posti in meno. Diminuiscono anche le assegnazioni per la Campania da 1.991 a 1.658; per la Calabria da 908 a 787; e pure per il Lazio da 1.530 a 1.

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