Cronaca locale

La modella dell’Isola dei famosi: "Portatemi la cocaina a casa..."

Sequestrati oltre 300 chili di droga. Le "batterie" di pusher si rifornivano di coca la movida milanese. Ecco i vip che ne facevano uso

La modella dell’Isola dei famosi: "Portatemi la cocaina a casa..."

Al centro dell'indagine dei carabinieri "The hole", Il buco, che ieri mattina a Milano ha fatto scattare le manette ai polsi di 23 balordi, c'è un centro estetico della provincia meneghina. Si tratta del "Beuty center" di via Turati a Cerro Maggiore, al confine con Legnano, intestato a un prestanome per conto di Massimo Rosi, trafficante arrestato il 9 maggio di due anni fa. Dopo lunghe indagini, però, gli inquirenti sono riusciti a trovare il fil rouge che lega gli spacciatori della periferia alla Milano by night, frequentata da chef, architetti, manager, sconosciute fidanzate di "tronisti" e modelle. Tra queste, secondo il Corriere della Sera, anche una meteora dell'Isola dei famosi.

"Allora dove abita?", chiede uno dei pusher intercettati parlando di una modella italo-brasiliana che, tra le altre cose, avrebbe anche partecipato all'Isola dei famosi. E l'altro: "Viale Majno". "No, no, la fi..., la modella...", insiste. "Ah, Sant’Andrea, via Sant’Andrea... Incomincia ad andare". Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il locale di Cerro Maggiore era la base degli incontri tra i trafficanti per la gestione degli affari (guarda il video). La droga era destinata sia alle "piazze" di spaccio al dettaglio di Milano e hinterland, sia al mondo della movida milanese di corso Como e centro città. "A vip e modelle - spiegano i carabinieri - gli stupefacenti passati per le mani della 'ndrangheta veniva recapitato a domicilio". Solo nell'operazione di ieri sono stati sequestrati oltre 300 chili di droga che venivano stoccati in appartamenti e garage prima di essere distribuiti nelle principali città di Lombardia, Piemonte e Liguria. Grazie a appostamenti e intercettazioni, i militari hanno registrato più incontri nel centro estetico tra i cugini Domenico e Antonio Barbaro, dell'omonimo clan 'ndranghetista. "I cugini Barbaro - spiegano gli investigatori - erano il collegamento con il 45enne Antonio Agresta di Platì, implicato in processi di 'ndrangheta a Volpiano (Torino, ndr)".

Altro canale di approvvigionamento di droga era Giuseppe D'Aiello. Trentenne originario di Maddaloni in provincia di Caserta, era in contatto con Alan Spada, che dal carcere continuava ad esercitare potere sul campo nomadi di via Pericle Negrotto a Milano. Giuseppe D'Aiello era addetto al delivery insieme ad Alberto D'Aiello. Quest'ultimo, come spiega il gip Maria Vicidomini, "aveva una sua rete di spaccio e gestiva una 'batteria' che agiva principalmente nel centro di Milano. L’attività di spaccio iniziava nel pomeriggio, intorno alle 17.

30/18, e terminava in tarda serata - si legge nell'ordinanza - solo nel fine settimana l’attività si protraeva sino alle ore tre/quattro di notte, visto che la richiesta di droga aumentava in considerazione dell’elevato numero di clienti che raggiungevano i locali della movida".

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