Cronaca locale

Modellini, progetti e arte: il Museo della scienza rende omaggio al Genio

La mostra, in collaborazione con Brera, apre la festa per il quinto centenario vinciano

Modellini, progetti e arte: il Museo della scienza rende omaggio al Genio

Modellini storici, ispirati ai disegni di Leonardo, accostati ad affreschi dei maestri lombardi della Pinacoteca di Brera insieme per «Leonardo da Vinci Parade», da oggi e fino al 13 ottobre al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano. Idea, a prima vista, insolita. Per non parlare dell'installazione: una sala più sobria, dove i modellini sono messi a confronto con copie dei disegni leonardeschi di riferimento (gli originali si trovano nel Codice Atlantico, all'Ambrosiana) e una stanza-installazione che è una vera e propria parata. Su un basamento centrale punteggiato da lampadine in stile luna park una decina di modellini sono esibiti come se uscissero dalle casse dei depositi: alle pareti, rastrelliere come quelle che si trovano nei depositi dei musei accolgono gli affreschi, quasi fossero una quinta teatrale. Una mostra non kitsch, ma teatrale: è la prima esposizione che Milano dedica ai cinquecento anni dalla morte di Leonardo, anticipando il grosso delle iniziative che occuperanno, in sedi diverse, il 2019. L'idea di un'esposizione che rifletta sulla curiosità intellettuale di Leonardo, sulla sua fame di sapere che non faceva differenza tra arte e tecnica, si deve al Museo della Scienza che porta il nome del genio rinascimentale e alla Pinacoteca di Brera. «Dobbiamo imparare a conoscere Leonardo come uomo curioso, andare oltre il suo mito», spiega James Bradburne, direttore della Pinacoteca. Di «unità della cultura umanistica e scientifica» parla Fiorenzo Galli, a capo del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, mostrando il meglio della collezione dei modelli leonardeschi di proprietà del museo, la più importante al mondo nel settore.

Fu infatti creata nel '52 e alla costruzione vi lavorò l'Esercito Italiano, con progettisti esperti. Oggi la collezione comprende macchine da cantiere, tute per andare sott'acqua, macchine volanti, strumenti di misura per le artiglierie, e tanto, tanto altro.

Il museo ne possiede 130: in mostra, oltre alla Vite Aerea, alla Ruota per Moto Perpetuo vediamo anche modelli raramente esposti, ora restaurati. Anche gli affreschi arrivano dai depositi: si tratta di opere strappate in età napoleonica dalle chiese e dai monasteri della zona e poi trasferite a Brera. Dopo la ricostruzione della Pinacoteca fatta da Piero Portaluppi negli anni Cinquanta in seguito ai rovinosi bombardamenti, non c'era spazio nel museo per collocare adeguatamente gli affreschi: quella donna intuitiva che fu Fernanda Wittgens, prima direttrice di un grande museo italiano, siglò nel '53 con il nascente Museo della Scienza un accordo che concedeva in deposito un bel nucleo di affreschi dei maestri lombardi, tra cui la Madonna col Bambino e il Salvator Mundi di Bernardino Luini, che ora ammiriamo in mostra. La «parata» assume il significato di una doppia celebrazione: si festeggia sì il genio leonardesco, ma anche il primo nucleo di opere (i modellini e gli affreschi da Brera) con cui il Museo della Scienza ha aperto i battenti nell'ex monastero di San Vittore. Il cerchio di chiude: la mostra inaugurale fu dedicata alla scienza e la tecnica di Leonardo, a 500 anni dalla sua nascita, e l'allora direttore Guido Ucelli ricevette dal critico d'arte Giulio Carlo Argan l'invito a battersi «per dimostrare che nessuna frattura esiste tra due espressioni diverse (arte e scienza, ndr), ma ugualmente essenziali della creatività umana».

A cinquecento anni dalla morte di Leonardo, la battaglia va ancora sostenuta.

Commenti