Cronaca locale

Il moderato recordman di preferenze

Rigoroso, riservato ma popolarissimo: «Lavoro tanto, rispondo a tutti»

Alberto Giannoni

Riservato, rigoroso, educato, eppure popolarissimo nel quartiere, se è vero che centinaia e centinaia di persone a giugno hanno scritto il suo nome sulla scheda elettorale. Con 844 voti raccolti nel solo municipio 3, Marco Cagnolati è il candidato di centrodestra più votato in tutte le Zone. Capogruppo di Forza Italia al terzo mandato, 35 anni, veterinario, Cagnolati in realtà non è un cacciatore di preferenze. Ma un segreto ce l'ha: ascolta tutti, risponde a tutti e propone sempre soluzioni. «In questi anni - racconta - ho lavorato tanto, ma non mi aspettavo questo risultato. Sono onorato». Con quei numeri, avrebbe potuto tentare anche in Comune: «Non ho rimpianti - dice - sono contento della Zona, poi chissà un domani...».

Cagnolati ha idee liberali e incarna il modello del politico moderato, che riscuote la fiducia di tanti, senza urla e polemiche faziose: «Mi sono basato moltissimo sulle segnalazioni dei cittadini - dice - Ho lavorato soprattutto con mail e lettere ma anche coi sopralluoghi. Non ho mai avuto rapporti con grossi comitati, ricevo segnalazioni di tanti problemi e ho sempre cercato di risolverli facendo meno polemiche possibile, perché ai cittadini la contrapposizione interessa fino a un certo punto. La gente mi ha votato di nuovo perché i problemi li ho risolti o contribuito a farlo. Comunque li ho sollevati. È facile rompere e protestare, per risolvere un problema devi dialogare». Dialogo dunque. E risposte a piccoli e grandi problemi: «Ho sempre avuto buoni rapporti con tutti, anche la nuova presidente spero che possa parlare bene di me. Io ora le do il tempo di lavorare, ma alcuni dei suoi mi sembrano dilettanti allo sbaraglio». «Il nostro elettorato - prosegue - è moderato e oggi vuole che facciamo opposizione senza inciuci ma senza proteste inconcludenti». «Ci sono molti che cavalcano le proteste senza proporre soluzioni. Ma quando vede che sono solo critiche alla fine la gente ti molla». Un modello forse anche per Palazzo Marino. «Stefano Parisi? Mi piace molto - ammette - è ed era alternativo a Sala.

Ma è stato in grado di dialogare con tutti».

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