Cronaca locale

Moni Ovadia al Piccolo fa ridere anche Dio proprio come Bergoglio

Parole e musica di un ebreo errante tra fede e umorismo. «La storia di un popolo sospeso»

Antonio Bozzo

Forse Woody Allen, in una delle sue battute, sentenzia: «se vuoi far ridere Dio, fai dei piani», modo traumatico per dire che il destino non tiene conto dei nostri progetti e, di frequente, sogni e fatiche li distrugge senza ragione. Non è a Woody Allen che Moni Ovadia pensa con il suo Dio ride. Nish Koshe (Teatro Grassi), ma la radice ebraica è la medesima (e Dio ride d è anche il titolo del libro di Papa Francesco). L'affabulatore Ovadia, con parole, canzoni e musica, nei panni di Simkha Rabinovich ebreo errante, racconta le storie di un «popolo sospeso tra terra e cielo».

Favole per grandi e piccoli sono quelle della Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli. Nell'atelier di via Montegani va in scena, fino al 14 ottobre, Il matrimonio segreto, dramma giocoso di Giovanni Bertati su musica di Domenico Cimarosa, nella regia di Eugenio Monti Colla ripresa da Franco Citterio e Giovanni Schiavolin. L'opera, del 1792, è una delle più rappresentate in Europa. Tra gli spettacoli al Parenti, café philosophique (11 ottobre, ore 19) con Duccio Demetrio, autore del libro Foliage. Vagabondare d'autunno, Raffaello Cortina Editore. «Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie», scriveva Ungaretti, e Demetrio affronta la caducità della vita, ben evocata dagli alberi che perdono le chiome, in un'esplosione di malinconici colori-dolori. Sempre al Parenti, Tu sei Agatha (fino al 21 ottobre), di Marguerite Duras, prima regia teatrale del giovane Lorenzo Ponte. È la storia di un amore impossibile, tra fratello e sorella, eco della vicenda che la scrittrice Duras visse in prima persona. Ancora al Parenti (fino al 21 ottobre) Who is the King- la serie, progetto di Lino Musella, Andrea Baracco e Paolo Mazzarelli. Il re, anzi i re, sono le teste coronate messe in scena da Shakespeare. Qui rivivono, malvagità comprese, in quattro episodi, un viaggio nell'Inghilterra tra i secoli XIV e XV. Prima nazionale, all'Out Off, di Il terremoto in Cile, testo del 1806 di Heirich von Kleist, repliche fino al 14 ottobre. Con regia di Michele Suozzo e Patrizia Zappa Mulas voce narrante in scena, il quasi melodramma racconta la storia di due amanti (Romeo e Giulietta dell'emisfero sud) nel Cile del Seicento. Rischiano la condanna a morte, quando il terremoto, stavolta benefico, li salva. Fine settimana (13-14 ottobre) di gran raffinatezza al Teatro dell'Arte in Triennale. In esclusiva per l'Italia vedremo She, assolo creato da Saburo Teshigawara, esponente di punta della danza contemporanea in Giappone, interpretato dalla danzatrice Rihoko Sato, storica sodale di Teshigawara. Ultimo, ma non ultimo, spettacolo consigliato è Scene da Quaderni di Serafino Gubbio operatore (13-27 ottobre, Spazio Banterle), dal romanzo di Luigi Pirandello, con Emanuela Villagrossi e Laura Piazza.

Un Pirandello poco frequentato e poco letto, capace di illuminare angoli della nostra vita tecnologica e digitale.

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