Cronaca locale

Monitoraggio delle moschee La mappa dei 65 casi critici

Ecco i Comuni con luoghi di culto segnalati in Regione Parte il Ramadan e il centro di via Padova invita Sala

Monitoraggio delle moschee La mappa dei 65 casi critici

La mappa dei casi «critici» in Lombardia, le iniziative della Regione, la richiesta incessante di una moschea ufficiale e dignitosa.

Fra nuove inquietudini e antichi problemi, mancano due giorni (forse) al Ramadan. Potrebbe iniziare dopodomani, infatti, il mese sacro di digiuno e preghiera dell'islam. La certezza sull'inizio si avrà solo poche ore prima, perché il calendario dipende da questioni astronomiche e dottrinali. Quel che è certo è che i centri islamici milanesi si stanno organizzando per un altro ramadan senza moschea. Sembra in crisi il Caim, il discusso coordinamento dei centri islamici, che indebolito da diverse defezioni e dalla spaccatura fra Ucoii e Costituente islamica, sembra ormai a ridotto a coincidere con la sola moschea di Cascina Gobba.

La «moschea» più grande e rappresentativa di Milano, invece, quella di via Padova guidata dall'ambrogino d'oro Mahmoud Asfa, si prepara a sostenere lo sforzo organizzativo di un grande afflusso. Nelle giornate «normali» del mese che si apre sabato, la rottura del digiuno sarà nella sede storica di via Padova 144. Nei venerdì, giorni di particolare partecipazione, i vertici della moschea più antica di Milano pensano di organizzare la preghiera su tre o addirittura quattro turni. Per la festa di «Id al fitr», che segna la fine del Ramadan, Asfa ha intenzione di chiedere ospitalità nel campo sportivo parrocchiale di via Cambini. «Non credo che ci saranno problemi» dice. Inoltre auspica partecipazioni istituzionali di alto livello. Non solo il vicesindaco Anna Scavuzzo, già presente l'anno scorso e in ottimi rapporti con la moschea: «Spero anche nel sindaco - aggiunge - lo invitiamo a venire anche se credo che avrà altri impegni».

Da via Padova parte anche un appello: «Un appello alla nostra gente da parte della nostra associazione - dice Asfa - invitiamo la nostra comunità a godere di questo momento di spiritualità, di pace, nelle famiglie, nella società in cui vivono, a dare l'esempio nell'essere cittadini di questa società, cittadini che vogliono il bene di questa società». Asfa è considerato un caso esemplare, quello di un dirigente musulmano che da tempo ha scelto con chiarezza di stare dalla parte del dialogo, della moderazione politica, della separazione fra religione e Stato, tanto che questa scelta di campo che gli è valsa l'assegnazione della massima benemerenza del Comune, oltre alla grande considerazione della Curia, che in occasione della visita del Papa a Milano lo ha invitato ad accogliere Bergoglio in Duomo. È chiaro che c'è nelle sue parole la consapevolezza di un momento delicato, che coincide con la recrudescenza del terrorismo jihadista. Ed è questo il contesto in cui si inseriscono le due iniziative del Pirellone. La giunta regionale, con l'assessore Simona Bordonali, due giorni fa ha invitato i musulmani a dedicare il Ramadan alle vittime del terrorismo. E Asfa, che come prestigio personale ha tutte le carte in regola per farlo, risponde: «Non dedichiamo solamente il Ramadan ma tutta la nostra vita».

Sempre in Regione, Viviana Beccalossi, assessore all'Urbanistica, ha portato a compimento il monitoraggio dei centri islamici lombardi. Due giorni fa il Pirellone ha fatto partire 65 lettere, indirizzate agli altrettanti sindaci che, rispondendo alle sollecitazioni dell'assessorato, hanno segnalato problemi o situazioni incerte.

A quei 65 sindaci (su 707 che hanno risposto) la Regione chiede di intervenire, sanzionando dove necessario, chiudendo i luoghi abusivi o sanando le situazioni sanabili.

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