Cronaca locale

Moschee abusive e difesa, Lega e Fdi in piazza

Il Carroccio: «Regole sui centri islamici», 500 firme di Fratelli d'Italia dopo il caso di Lodi

Moschee abusive e difesa, Lega e Fdi in piazza

Fine settimana in piazza per Fratelli d'Italia e Lega. La destra è scesa nelle piazze per chiedere ai cittadini di firmare la petizione a sostegno della legge sulla legittima difesa. «Il primo segnale - annuncia Fdi - nei Comuni della provincia e nei banchetti di piazza san Babila, corso Vercelli e corso Buenos Aires, sono già state raccolte oltre 500 firme, con un'adesione superiore alle attese». È quanto si legge in una nota di Fratelli d'Italia. «Fratelli d'Italia è vicino a Mario Cattaneo, e si augura che anche per lui arrivi presto una conclusione come è avvenuto per altri, come Stacchio e Sicignano - afferma Riccardo De Corato, capogruppo in Regione - La nostra presenza sul territorio con i gazebo è avvenuta in concomitanza con la manifestazione a Gugnano dei sindaci del Lodigiano, che hanno voluto dimostrare la loro vicinanza a Cattaneo. Noi abbiamo voluto lanciare un messaggio di sostegno da Milano». E il coordinatore nazionale degli Enti locali di Fdi, Carlo Fidanza, aggiunge: «Da giorni e giorni, com'è avvenuto anche nel recente passato, sul ristoratore di Lodi assistiamo a tanti dibattiti, sentiamo la parola solidarietà, assieme a molti esponenti politici che si sbracciano in televisione. Poi però la proposta di legge in Parlamento c'è ed è di Fratelli d'Italia e giace in commissione da mesi. Noi diciamo che se entri di notte, nella casa di una famiglia o in un ristorante per rubare e delinquere, la difesa è sempre legittima. Vediamo quali sono le forze politiche anche disponibili a votarla».

La Lega invece si occupa di centri islamici abusivi. E scende in piazza con un sit-in in via Mamete. «Tanti i cittadini che chiedono il rispetto delle regole» dice il presidente (leghista) del municipio 2, Samuele Piscina». «Il Municipio 2 - aveva detto prima del presidio - già a dicembre aveva istituito il registro dei luoghi di culto irregolari e lo aveva trasmesso al Comune, alla Questura e alla Prefettura affinché si svolgessero i dovuti accertamenti e si proseguisse con la chiusura di questi tuguri.

Proprio tra questi figurava anche la moschea irregolare di via San Mamete, all'interno di un appartamento, ma anche numerosi scantinati come quelli più noti alla cronaca di via Cavalcanti e di via Carissimi e diverse chiese».

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