Cronaca locale

Le mosse di Martina per riavere il figlio

La difesa deposita le relazioni degli psichiatri di San Vittore: «È sana ma affranta per la separazione dal piccolo»

Un cambio di strategia. Mancano undici giorni alla decisione del Tribunale dei minori sul destino del figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, la coppia già condannata a 14 anni per aver sfigurato il 28 dicembre scorso Pietro Barbini, ex compagno di lei al liceo Parini. La prima udienza del nuovo processo per le altre aggressioni vede imputati davanti al gup con rito abbreviato la bocconiana e Andrea Magnani, il terzo presunto complice della «banda dell'acido» che ieri si è presentato in aula. Assente Martina, non per «legittimo impedimento» ma solo perché l'allattamento a distanza del figlio comporta che ogni due ore debba riempire il tiralatte, «e farla venire oggi avrebbe complicato inutilmente l'andamento dell'udienza», spiegano i legali. Che ieri hanno anche rinunciato all'integrazione della vecchia perizia di parte, quella che ravvisava nella ragazza un vizio parziale di mente. Gli avvocati Daniele Barelli e Alessandra Guarini hanno invece consegnato al giudice i documenti redatti da psicologo e psichiatra del carcere che ogni giorno, da quasi nove mesi, hanno colloqui fissi con la Levato. Relazioni da cui emerge una «buona capacità di adattamento e di copying». Vuol dire, spiega Guarini, che Martina dimostra «di saper leggere in modo consapevole la realtà, di saper comprendere e gestire le emozioni e lo stress». La linea difensiva è chiara: «Rinunciamo a far valere un vizio di mente “fantasma“: Martina è completamente capace di intendere di volere. È imputabile e si presenterà in aula a raccontare la sua verità».

Ma nero su bianco nella relazione degli psichiatri - che per regola interna del carcere sono tenuti a restare anonimi - c'è anche che la ragazza «non soffre di disturbi depressivi, non necessita di terapie farmacolgiche», e però, soprattutto, è «affranta per la separazione dal figlio». Eccolo, il punto chiave. Anche se i legali, nel pomeriggio, ci tengono a precisare: «Non c'è nessun riferimento all'affidamento del bambino, così come è totalmente falsa la notizia apparsa sul sito di alcuni quotidiani secondo cui Martina sarebbe in procinto di accusare Boettcher». Come si comporterà la ragazza lo si vedrà nelle prossime udienze, a cominciare dall'interrogatorio dei due imputati a inizio novembre, in vista del quale l'agguerrito pm Marcello Musso ha già depositato valanghe di carte.

Il gup Roberto Arnaldi intanto ieri ha accolto le costituzioni di parte civile delle altre vittime Pietro Barbini, Giuliano Carparelli, Stefano Savi e Antonio Margarito. I difensori di Savi, secondo la ricostruzione della procura colpito con l'acido perché scambiato per Carparelli, notano che l'atteggiamento di Magnani è più sottotono, «dimesso», rispetto a quello imperturbabile e fiero tenuto da Boettcher nel processo a suo carico, per il quale l'ex broker ha scelto il rito ordinario. È probabile che la sentenza arriverà entro la fine del 2015, e per allora, forse, si saprà già da chi sarà cresciuto il piccolo.

Twitter @giulianadevivo

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