Cronaca locale

In mostra Luzzati, che dava colore alle fiabe

Da giovedì a «Maiocchi 15» cinquanta opere dell'illustratore e scenografo

In mostra Luzzati, che dava colore alle fiabe

Per «finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno», come diceva Strehler parlando delle sue scenografie, non bisogna andare lontano. Basta prendere la metro rossa, fermata Porta Venezia, e infilarsi nella galleria d'arte «Maiocchi 15» da giovedì 22 novembre fino al 9 dicembre. Sarà qui che, attraversando lo specchio come Alice, si finirà in un paese delle meraviglie fatto di pupazzi, pifferai magici e lupi delle favole, fanti di picche, burattini e infanzia.

È il ricchissimo mondo fantastico di Emanuele Luzzati, protagonista della mostra «Favola, commedia e opera lirica», curata da Alessandro Bortoletto, gallerista, mercante d'arte e padrone di casa di «Maiocchi 15». I lavori esposti saranno circa una cinquantina, fra opere uniche e grafiche sciolte, che saranno in vendita a partire da cento euro.

La figura di Luzzati, classe 1921, figlio di una famiglia genovese di origine ebraica fuggita in Svizzera durante il fascismo, è tra le più affascinanti del Novecento italiano. Illustratore, scenografo, costumista, ceramista, con il suo talento ha dato forma e colore a ogni tipo di narrazione. Una lunghissima e poliedrica carriera, quella dell'artista scomparso nel 2007. Dagli esordi in teatro, suo grande amore, fino al cinema e alle due nomination all'Oscar per due film di animazione: «La gazza ladra» (1965) e «Pulcinella». E poi la passione per l'illustrazione in ogni sua forma, dai dischi di Branduardi alle fiabe di Grimm, da Pinocchio e Peter Pan fino alle favole di Rodari. Luzzati era un vulcano surreale di suggestioni, un'esplosione di creatività in grado di unire le tradizioni popolari e l'illusione come in Chagall. Il suo presepe, allestito nel '97 in piazza a Torino, il suo «Viaggio nel mondo ebraico» nel 2000 in Triennale e i suoi Mozart, esposti nella casa natale del musicista a Strasburgo, lo testimoniano.

Ecco perché il ritorno delle sue opere in mostra, a sette anni dall'ultima esposizione, è un'occasione da non perdere. Per i collezionisti ovviamente, ma anche per chi ama il suo tratto naif e onirico e vuole semplicemente ammirare dal vivo i suoi Pulcinella, Cappuccetto e il Lupo e Pinocchio. La mostra è realizzata in collaborazione con l'editore «Artematta» di Franco Foppiano, da cui proviene il materiale, e con il Museo Luzzati di Genova. E avrà anche il patrocinio di alcune associazioni ebraiche milanesi, che intendono così ricordare il forte legame di Luzzati con la fede e la cultura della sua famiglia.

«Stiamo parlando di uno dei più grandi artisti del secolo scorso - spiega Bortoletto, che nel maggio 2017 ha aperto questo spazio dopo vent'anni di carriera nel mondo dell'arte -. Un maestro riconosciuto, di grande impatto, che piace al pubblico».

Il vernissage si terrà giovedì dalle 19 alle 21.

30 e sarà accompagnato da un concerto di arpa e flauto, come ad amplificare il senso di fiaba che Luzzati ci ha lasciato in eredità.

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