Cronaca locale

Movimento per la vita, Casini resiste alla presidenza

Bocciata la mozione dell'ex tesoriere che chiedeva le dimissioni dello storico leader dei «pro life» italiani. La petizione «Uno di noi» supera le 500mila firme

Si torna a parlare del Movimento per la vita, la storica associazione che - fin dal referendum del 1981 - difende in Italia le posizioni anti-abortiste e «pro life». Si torna a parlare del Movimento per una grande mobilitazione - la campagna «Uno di noi» - che ha superato le 500mila firme. Mezzo milione di persone che hanno sottoscritto la petizione, indirizzata al Parlamento europeo, per la tutela dell'embrione. Ma si parla del Movimento per la vita anche per la discussione interna sul suo assetto organizzativo. La vicenda è stata raccontata nei giorni scorsi dalla «La Bussola quotidiana», giornale on line di dichiarata ispirazione cristiana: una mozione, presentata al direttivo del Movimento dall'ex tesoriere Andrea Taddeo, ha sollecitato le dimissioni di Carlo Casini, presidente storico del Movimento per la Vita dal 1990) e oggi anche europarlamentare eletto con l'Udc. La mozione riconosceva i meriti storici «indiscussi e indiscutibili" di Casini, chiedendo tuttavia un suo passo indietro per accelerare la riorganizzazione dell'Movimento. A giustificare la mozione, una critica molto dura, che complessivamente può essere sintetizzata così: l'organizzazione ha perso dinamismo e capacità di mobilitazione ed è gestita con piglio «presidenzialista» da Casini, che accentra su di sé ogni potere scavalcando gli organi collegiali e relegando il Movimento in una posizione di isolamento e inerzia. Taddeo per ragioni simili si sarebbe dimesso da tesoriere nel 2012, e nel suo documento faceva riferimento ad «autorevoli interlocutori, esterni alla nostra Federazione» che «hanno chiesto all'attuale presidente di fare un passo indietro e di favorire un ricambio della rappresentanza nazionale». «Il riferimento evidente - secondo la ricostruzione della "Bussola" - è alla Conferenza Episcopale Italiana, con cui il Movimento per la Vita ha un rapporto tutto privilegiato, e non solo dal punto di vista ideale: la Cei versa infatti nelle casse del Movimento 600mila euro l'anno, poco meno della metà del bilancio complessivo». La discussione era dunque presentata come una sorta di «resa dei conti», accompagnata da un'ipotesi di riorganizzazione di tutto il mondo «pro life» di area cattolica nell'orbita di «Scienza & Vita» delle Caritas.
Due giorni fa, a questo punto un po' a sorpresa, è arrivata invece notizia dell'esito della discussione in seno al direttivo. Lo ha reso noto allo stesso quotidiano on line il vicepresidente Riccardo Anzani: «Segnalo che la "mozione Taddeo" di cui avete parlato nel vostro articolo - ha scritto - è stata bocciata dal Direttivo nazionale del Movimento per la Vita del 21 settembre 2013. Scrutinio segreto, come chiesto dal proponente. Quattro voti a favore su 31 (due astenuti, un bianca, 28 contrari)». Il Movimento - ha concluso Anzani - dopo questo scoglio superato, va avanti, contro tante difficoltà e tanti nemici. Due cose: la prima è "siate onesti nell'informare", non tacete ciò che è vero e che vorreste occultare; la seconda è "non fate male al Movimento per la Vita", proprio voi.

Non gli fate del male, non più».

Commenti