Cronaca locale

Navigli navigabili o niente fondi Ue Sala torna a Milano a tasche vuote

Il sindaco ammette: «Deve diventare un progetto di mobilità»

La Lega e il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale - iper critico dall'inizio sul progetto di riaprire i Navigli in città - avevano definito «cinque pozze d'acqua» i canali che il sindaco Sala immaginava di scoprire in Martesana, Conca dell'Incoronata, via Sforza, Vetra e Conca di Viarenna. Cinque tratti inizialmente scollegati, costo stimato 150 milioni di euro. Un'apertura soft per evitare di affrontare il maxi piano dei Navigli navigabili che costerebbe mezzo miliardo. Ma già giorni fa Sala ha annunciato che affiderà a Mm lo studio di fattibilità per la riapertura integrale e ieri ha ammesso che è l'unica via per ottenere (forse) fondi europei, oltre che dalla Regione. Il sindaco ha incontrato ieri a Bruxelles la presidente della Commissione Trasporti Ue Violeta Bulc per sondare se ci fossero chance di ottenere fondi. «In questo momento oggettivamente non si può - ha riferito il sindaco a fine incontro -, bisogna ragionare sul nuovo piano 2021-2027», tutto rinviato a dopo le elezioni europee insomma. «Quello che la commissaria ha sottolineato - spiega - è che Milano è al centro di due corridoi europei e la sua posizione, connessa alle politiche che sta facendo sullo sviluppo urbanistico e della mobilità, la rende potenzialmente eleggibile per nuovi finanziamenti. Ma sul piano Navigli abbiamo capito che deve diventare un progetto di mobilità e questo credo che ci porterà ancora di più verso l'idea di riaprirli completamente o per lo meno che, per poter avere finanziamenti, bisogna assicurare una apertura integrale». Tempi lunghi insomma, per la mini apertura si immaginava un inizio lavori entro il 2021.

A margine Sala è tornato sull'ipotesi di fusione tra Atm e Trenord. «Potenzialmente la auspicherei, guardando all'interesse dei cittadini, ma non alle condizioni attuali» in cui la Regione ha un potere che soverchia quello del Comune e «a un sindaco come me di una città che fa il 10% del Pil viene impedito di aumentare di 50 centesimi il prezzo del biglietto per garantire più qualità del servizio. Se le regole del gioco sono queste, la collaborazione è un po' difficile». Il governatore Attilio Fontana sarebbe favorevole, «un'integrazione tra servizio pubblico locale è giusta e logica, rende più semplice il biglietto unico e il rapporto con i pendolari».

ChiCa

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