Cronaca locale

Negli alloggi comunali più abusivi che in Aler. Regione: "Basta inerzia"

Il Pirellone: "Gli sgomberi pochi e parziali". La richiesta di una legge statale pro italiani

Negli alloggi comunali più abusivi che in Aler. Regione: "Basta inerzia"

Su 77mila alloggi Aler, 3.600 risultano occupati abusivamente. Su 23mila alloggi comunali gestiti da MM, le occupazioni sono 1.200. Sono gli ultimi dati della Regione sul fenomeno dell'abusivismo, che stritola le periferie colpendo due volte le fasce più fragili della città, da un lato gli inquilini regolari delle case popolari, dall'altro le migliaia di persone in attesa di un alloggio (27mila secondo le stime).

«Qui deve finire questa storia» tuona l'assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia Riccardo De Corato, che da un lato chiede nuove regole che tutelino gli italiani nelle assegnazioni, dall'altro invoca un giro di vite contro le occupazioni irregolari, con il ripristino di un nucleo speciale o l'impiego di militari con funzione anche di deterrenza e prevenzione. «Era il novembre 2014 - dice - a Palazzo Diotti, presente il prefetto Tronca e l'ex sindaco Pisapia si firmò un protocollo per lo sgombero degli alloggi Aler e del Comune. Dopo i primi 3-4 sgomberi al Giambellino e al Lorenteggio, i centri sociali provocarono scontri mobilitando gli abusivi». De Corato va all'attacco sugli sgomberi. Pochi e parziali. «Mi hanno fatto piacere le parole del prefetto Lamorgese - dice - ma negli ultimi anni è stato fatto poco. Se sugli abusivi è cambiata l'aria bisogna che si stabiliscano modi e tempi diversi». Nel mirino soprattutto il Comune, che - al contrario della Regione - siede al tavolo prefettizio che decide gli sgomberi. Sotto accusa c'è la necessità di un'alternativa abitativa che il Comune vuole necessariamente prospettare agli sgomberati: «Se devi dare a tutti la certezza dell'alloggio, non è uno sgombero, è un trasloco. Questa cosa dell'alternativa non sta scritta da nessuna parte». Per la Regione occorre intervenire subito, entro 48 ore dall'occupazione, per poter procedere considerandolo in flagranza. «Quando noi governavamo Milano - spiega - avevamo 50 vigili distribuiti su turni che facevano sgomberi entro 48 ore, senza bisogno di assistenti sociali, forze dell'ordine o 118. Se non sgomberi entro 48 ore, quando intervieni, si muove un'autocolonna. In via Palmanova per 12 famiglie da sgomberare sono intervenuti 500 uomini. E cosa è stato risolto? In via Cavezzali lo stesso: uno spiegamento di forze mai visto».

Il Pirellone chiede una svolta, con due possibilità: o si ritorna agli sgomberi immediati o si usano i militari, come richiesto dalle Zone 4 e 7. Al Pirellone vedono, e con una certa diffidenza, la scelta di dare priorità agli sgomberi nelle case MM. «Ma Aler - sottolinea de Corato - sta meglio del Comune, percentualmente parlando».

Nelle case Aler, 1.366 occupanti sono italiani e 2.235 stranieri. Un dato che non passa inosservato. Nelle assegnazioni regolari un contratto su 3 è a beneficio di cittadini extracomunitari. In tutto 4.300. «Quando io ero in Comune c'erano 20mila italiani in attesa della casa popolare e per me Prima gli italiani vuol dire qualcosa» dice l'assessore». «Nell'ultimo regolamento Aler in Regione - spiega - abbiamo cercato di agevolare le assegnazioni alle famiglie di italiani e i sindacati si sono arrabbiati, segno che abbiamo fatto un buon lavoro. Però non bastano i regolamenti, ora serve una legge che dia una corsia preferenziale certa aprova di ricorsi.

Serve una legge nazionale».

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