Cronaca locale

Nel «processo» con Platinette coinvolti anche gli spettatori

È un'autentica sfida quella di Walter Palamenga che, optando per la macchina complessa del legal thriller interattivo «La notte del 16 gennaio» di Ayn Rand, in scena fino al 30 dicembre al teatro San Babila, firma la regia di un «lavoro senza dubbio all'avanguardia, di natura anarchica». Miscelando il fascino, la professionalità, la simpatia e le doti artistiche di una coppia bene assortita come quella formata da Erica Blanc e Mauro Coruzzi, conosciuto ai più come Platinette (nella foto), unitamente all'audacia e al coraggio di altri sette giovani attori e due ballerini, la messinscena interattiva prevede il coinvolgimento diretto di 12 persone scelte tra il pubblico. «Si tratta di una testo di grande attualità - racconta Platinette - che porta in scena il dramma di una giustizia che non accontenta mai nessuno. Del resto, una volta chiuso il procedimento, come si fa a ribaltare tutto, sentenze comprese? Noi cittadini queste domande ce le poniamo e nei panni del giudice (non posso rinunciare alla parrucca), io emetto sentenze ma con mille dubbi e perplessità. Come è possibile che i giudici non possano subire le sentenze ma solo emetterle? Quest'anno, ho conosciuto da vicino la giustizia frequentando spesso le carceri». Una simpatia dalla quale si evince una spiccata intelligenza e una sensibilità che Erica Blanc, primadonna del teatro italiano, ha percepito e valorizzato: «Io vesto i panni dell'avvocato che difende Karen Andre, accusata dell'omicidio di Bjorn Faulkner. Sembro un po' distratta ma, in realtà, sono una tigre tanto agguerrita da vincere spesso le mie cause; anche la giuria popolare mi trova all'altezza.

Sono molto felice di questo spettacolo perché tra noi colleghi si è creata una grande armonia: mi sento in famiglia e devo ringraziare solo Mauro e il resto della compagnia se ancora oggi riesco a calcare le scene».

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