Cronaca locale

Nella tana del Diavolo i canederli del Settimo cielo

In gita tra i «rossoneri» Carnago e Cassano Magnago dove si gustano birre artigianali, salumi e formaggi

Nella tana del Diavolo i canederli del Settimo cielo

Questa volta, nel nostro viaggio goloso-calcistico prendiamo la A8 direzione Varese. Destinazione Milan e il suo buen retiro, Milanello. Nato nel 1963, immerso in un'oasi verde di 160mila metri quadrati, comprende anche una pineta e un laghetto. Si estende su tre comuni, Carnago, Cassano Magnago e Cairate, ma per tutti coloro che sono saliti e che ancora salgono fin qua, il comune di Milanello è Carnago. Il nome deriverebbe da Carnuto, cioè dai Carnuti, tribù celtica che qui dimorava. Poi, nel tempo, si è modificato. Secondo le leggende il re longobardo Autari affidò il governo di questi territori ad alcuni suoi parenti, i fratelli Martignone, Conte e Rosso.

Nel 1963 è arrivato il Milan. Fu Andrea Rizzoli che volle questo centro sportivo, nel verde e lontano dallo stress della metropoli. Un gioiello, in anticipo sui tempi. Come per l'Inter, per visitarlo bisogna passare dai club o accontentarsi di una passeggiata lungo i bordi della recinzione e una sbirciata attraverso il cancello. Per chi è entrato e per chi è rimasto fuori, è possibile rifocillarsi al birrificio Settimo e al suo locale Siebter Himmel, cioè «Settimo Cielo». Birre artigianali, come la Prius bionda dissetante e la Nuce dal colore castano. Da accompagnare a taglieri di formaggi e salumi, canederli della casa e la coppa di maiale al forno cotta nella birra. Per chi ama qualcosa di più agreste, la fattoria Cogo, tra Carnago e Solbiate Arno, offre l'opportunità di passare un po' di tempo con mucche, pecore, maiali, galline, pony. Un momento di vita contadina, premiato da latte, yogurt, formaggi, gelati e dolci, tutti preparati nella fattoria.

Spostandoci leggermente verso Nord-Est incontriamo il complesso del Monastero di Torba con la sua storia millenaria. I Romani vi costruirono un avamposto militare contro i barbari, testimoniato dal torrione di guardia. Da roccaforte difensiva, Torba cambiò il suo stato con l'insediamento di un gruppo di monache benedettine che, nell'VIII secolo, costruirono il monastero e, più tardi, la piccola chiesa. La riservata comunità abitò il monastero per sette secoli lasciando in eredità del una serie di pregevoli affreschi. Con l'addio delle suore, nel 1400, cominciò il declino della struttura la cui rinascita è dovuta a Fai, come altre meraviglie d'Italia.

Un'altra particolare struttura religiosa ci attende a Venegono Inferiore: in cima a una collina e su una superficie grande 40 volte il campo di San Siro, ecco il seminario arcivescovile di Milano, voluto (prima pietra 1928) dal cardinale Schuster perché i futuri preti della diocesi ambrosiana potessero essere formati in un clima di concentrazione e raccoglimento, lontani dalla frenesia cittadina. Una strana analogia lega il seminario a Milanello. Si tratta di un complesso mastodontico, su cui spicca la torre alta 64 metri che, dagli anni Trenta del Novecento e per quasi mezzo secolo, è stata osservatorio. Il seminario vanta anche una biblioteca con oltre 140mila volumi e un museo di Storia Naturale dedicato ad Antonio Stoppani, prete e insegnante in seminario: suo allievo fu Giuseppe Mercalli, ideatore della scala per misurare l'intensità dei terremoti. Nelle vetrine del museo troviamo anche un gigantesco coccodrillo del Nilo.

Puntando ora a Nord, arriviamo a Gazzada Schianno per una sosta alla Posta Vecchia proprio come facevano un tempo i viandanti, perché, prima di diventare locanda questo locale storico è stato posta per cavalli, locanda, osteria, bocciofila. Nel piatto troviamo lingua salmistrata con giardiniera o cappello del prete e testina con mostarda e risotto alla crema di zucca. Il raviolificio San Marco, dal 1973 produce ottimi ravioli, gnocchi e altri formati di pasta fresca. Da provare anche i salumi Mentasti da suini scelti provenienti da allevamenti di fiducia in Emilia e Piemonte. Sulla via del ritorno, due deviazioni golosissime. La prima all'Acquerello di Fagnano Olona per la cucina di Silvio Salmoiraghi che oltrepassa mode e banalità, con piatti come lo storione alla ferrarese con il caviale o il magnifico nodino di vitello cotto in umido, i suoi ravioli con la coscia e contorni di divertimento. Ma.ri.na. a Olgiate Olona, su cui torneremo in un altro percorso goloso, è un approdo di mare, tra piatti classici e nuovi abbinamenti.

Nessuno delude.

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