Cronaca locale

Nessun «effetto Roma» Centrodestra compatto

Fi e i «lepenisti» vanno divisi al voto nella Capitale Maroni rinvia il rimpasto, ma nessun contraccolpo

Qualche scossone da Roma a Milano lo potrebbe avvertirlo (in teoria) solo Roberto Maroni. Ma Stefano Parisi in realtà può stare tranquillo. Non tanto perché - anche stavolta - il leader leghista Matteo Salvini conferma che il progetto per Palazzo Marino è «chiaro e condiviso». La vicenda elettorale romana - due candidati diversi per Forza Italia e Lega.-Fratelli d'Italia - non avrà ripercussioni perché il candidato sindaco è un garante. E non sembra doversi preoccupare di un centrodestra a trazione centrista. «È il momento giusto per il centrodestra per recuperare spazio - ha detto ieri Parisi infatti - è un momento storico e deve farsi trovare unito». «Il futuro del centrodestra - ha aggiunto - non può che essere un futuro moderato, che parla al centro, che parla ai moderati». «Ma deve essere però un futuro maggioritario - ha aggiunto - quindi con una coalizione che riesca a raccogliere tutte le forze del centrodestra, con una leadership moderata. A Milano lo stiamo facendo e spero che succederà anche a Roma».

Parisi, insomma, rassicura e viene rassicurato. Deve solo accertarsi che la sua esibita «vocazione centrista» non abbia riverberi. È affezionato all'idea di un motore liberale e popolare della sua coalizione (sono questi gli aggettivi che sempre indica nelle occasioni in cui ha dovuto definire la sua «creatura» politico-elettorale). Ma non vuole rinunciare alla compattezza dell'alleanza. Certo Parisi tiene molto all'idea di un centrodestra unito, che va da Ncd alla Lega e Fratelli d'Italia, ognuno col suo ruolo, ogni partito col compito di parlare alla sua fetta di città. E ieri i Fratelli d'Italia lo hanno incontrato e si sono assicurati della sua «neutralità» su Roma. E Al di là delle polemiche (strumentali) che arrivano in serie da sinistra, questa unità milanese in effetti non pare minacciata e anche la Lega ha confermato che l'alleanza non è in discussione: «Parisi può stare tranquillo e spero che stia sul palco con me in piazza San Carlo» ha ribadito Salvini parlando dell'appuntamento di oggi pomeriggio. «Qui c'è un buon candidato - ha aggiunto - un progetto chiaro e condiviso che parla di sicurezza, case popolari, asili nido», ha proseguito Salvini - In Lombardia siamo stati eletti come in Liguria e in Veneto su un programma. Se questo programma viene portato a termine la Lega non cambia idea e non cambia alleati».

Il governatore regionale, come detto, potrebbe sentire qualche piccolo contraccolpo. Ed è lui stesso ad ammetterlo, quando assicura che la sua giunta «regge, ma certo bisogna allacciare le cinture di sicurezza». «Mi riprometto di fare nei prossimi giorni - ha aggiunto - un giro di incontri con tutti i leader della maggioranza». Saranno discusse le iniziative e il programma, intanto sul rimpasto farà un'ulteriore riflessione per evitare problemi. Maroni comunque conferma che «il modello da rilanciare è quello che c'è qui in Regione Lombardia, che funziona». E in ogni caso ieri ha escluso che ci siano preoccupazioni per Parisi.

A dispetto degli imbarazzi leghisti i centristi sono entusiasti per le novità che arrivano da Roma con l'investitura di Alfio Marchini. Di «scelta coraggiosa e responsabile» di Silvio Berlusconi parla il leader lombardo di Ncd Maurizio Lupi. «A Milano c'è Parisi che ha coagulato e messo insieme da noi di Milano Popolare fino alla Lega di Salvini» ha aggiunto anche l'ex ministro, escludendo di avere «paura delle diversità».

AlGia

Commenti