Cronaca locale

Niente pregiudizi, approvata a pieni voti la ceretta made in Asia

Sembra una piccola colonia di occhi a mandorla, via Sarpi. Negozi di abbigliamento, alimentari di ogni genere, supermercati. Ma nel cuore di questa Chinatown il piatto forte sta diventando la bellezza. Quando si pensa a un centro estetico gestito da cinesi, la diffidenza e l'ironia sulle «specialità nascoste» sono gli stati d'animo più frequenti. Invece, questa piccola isola in città offre servizi sempre più competitivi, e una clientela sempre più esigente.
Tong Tong, in via Lomazzo, è un negozio minuscolo nel quale si vieni accolti dalla giovane Liu Xin Xin (20 anni), che ti mette in mano un listino di prezzi e una descrizione dettagliata dei servizi. Trovi scritto «Ceretta Menù», ma anche che «finora abbiamo già aperto 4 negozi e il progetto è di sviluppare una catena, una sfida che ci ripromettiamo di vincere entro 5 anni». E Liu Xin Xin racconta che l'esercizio commerciale è aperto da quattro anni, che il maggior afflusso dei clienti è in estate, che sono soprattutto donne, soprattutto tra i 50 e i 60 anni. «Ma anche uomini. Per loro niente smalto».
La media degli appuntamenti in questo periodo? 20-30 al giorno. E che tipo di clientela è? Margherita è una manager di 39 anni, in una famosissima casa di moda. È qui per una manicure rapida: le sue unghie corte e tondeggianti, in effetti, rilucono come nuove. E le viene praticato un leggero massaggio nel palmo delle mani. A guardarla con malizia si scherzerebbe: «deformazione professionale». Invece è un tocco di classe. «Più che nei prezzi - dice Margherita - questo posto è conveniente per la velocità, la preparazione che hanno i dipendenti, la comodità. E la precisione nei tempi: ti danno indicazioni preziose». Margherita abita da queste parti, ma è una habituée in un altro negozio simile a questo, in via Bergamo. Ma la concorrenza cinese nel «restauro» di mani e piedi sta fagocitando le vecchie guardie nostrane. Sono proprio le estetiste milanesi a lamentarlo.
«Anche in via Bergamo», dice Margherita. Poco più tardi arriva il turno di Patricia, casalinga di 43 anni. È spagnola, abita da queste parti e, con un accento lombardo purosangue, dice: «Loro son bravi. E sempre, sempre disponibili». In effetti, lavorano ogni giorno dalle 9 del mattino alle 21. Stessa testimonianza quella di Daniela, giornalista di 52 anni. Del resto, i prezzi non sono molto più bassi che nei centri italiani. Una manicure arriva a costare 25 euro, una ricostruzione delle unghie 79 euro. La ceretta, 48 euro.
Ci sono anche svariati piccoli centri che offrono gli stessi servizi a prezzi stracciati, lì intorno: uno in particolare tiene in vista l'iscrizione «offerta», e le tariffe per manicure e ricostruzione delle unghie sono, rispettivamente, di 12 e 50 euro. Ma, se chiedi chi siano, che clientela abbiano, replicano di capire l'italiano troppo poco per rispondere. Lo stesso accade dal parrucchiere. Qui la cosa che costa di più sono i colpi di sole (30 euro).

Ma è un luogo silenzioso.

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