Cronaca locale

«Noi, vicini alle persone contro paura e degrado»

Un'area di 82 chilometri quadrati che conta oltre 550mila residenti e si estende tra realtà molto simili, ma anche totalmente antitetiche. Dal Gratosoglio, allo Stadera, alla Barona, passando per i Navigli, Porta Genova, Baggio, la zona di Bonola e poi Musocco, Forze Armate, San Siro, sino ad arrivare ai centralissimi piazza Piemonte e corso Vercelli. Questo è il territorio su cui si muovono i carabinieri della compagnia di Porta Magenta, che ha una sede temporanea alla caserma Montebello, all'angolo tra via Vincenzo Monti e piazza Giovanni XXIII. Praticamente si tratta di tutta l'area occidentale di Milano e comprende anche ben 4 campi rom: quello di Monte Bisbino (a Musocco, una settantina di occupanti in tutto), quello di via Negrotto, che conta 150 rom (e accanto al quale i carabinieri hanno un presidio quasi fisso davanti alla scuola di via Brivio, a tutela della tranquillità delle famiglie che ovviamente mal sopportano gli assembramenti di rom e i reati predatori, ndr ) quello di via Martirano (tra Baggio e Muggiano) con 110 presenze e il famigerato insediamento di via Chiesa Rossa, abitato da 250 nomadi.Il maggiore Agostino Scala comanda la compagnia dall'ottobre 2011. Trentacinque anni, padre di due figlie (e di una terza in arrivo) originario di Napoli, nel curriculum vanta due esperienze come istruttore all'accademia di Modena e una di 4 anni ai vertici della compagnia di Tempio Pausania, in Sardegna. I 137 carabinieri (età media 36 anni) che rispondono ai suoi ordini sono coordinati anche da un altro giovane ufficiale, il 26enne salernitano Alessandro D'Auria che da circa un mese comanda il nucleo operativo della compagnia e il maresciallo Fabrizio Muolo, 47 anni, alessandrino, al vertice del nucleo comando. Tutta l'attività della compagnia, oltre che in piazza Giovanni XXIII, viene suddivisa tra altri cinque presidi territoriali: le stazioni di Musocco, Porta Genova, San Cristoforo, Barona e Gratosoglio. Che da gennaio di quest'anno hanno raccolto in tutto 23mila477 denunce. «Anche se sono molti coloro che vanno in caserma non per denunciare ma per essere rassicurati» precisa il maggiore Scala.REATI E SOLITUDINE«Inutile negare che, soprattutto nell'area più a sud di nostra competenza, tra il Gratosoglio e lo Stadera, le principali problematiche sono legate all'età media piuttosto elevata dei residenti e, naturalmente, al degrado delle case popolari e delle occupazioni abusive -. spiega il maggiore Scala - Per questo è qui che sono purtroppo ancora particolarmente diffuse le truffe agli anziani da parte di finti tecnici comunali o di falsi appartenenti alle forze dell'ordine. Gli anziani hanno bisogno di parlare e, questa volontà di comunicare spesso li porta a fare, in totale buona fede, passi falsi di cui, al momento, non si rendono conto. Così, allo scopo di diffondere in maniera più capillare una cultura della legalità, basata anche su semplici accorgimenti, andiamo spesso a incontrarli. Ad esempio organizziamo riunioni con loro alla parrocchia di San Barnaba, in via Feraboli, al Gratosoglio o alla chiesa di San Pietro e Paolo ai tre Ronchetti, in via Manduria, in zona Selvanesco. Sono loro stessi, i pensionati, a volere questi momenti, hanno sempre tante domande da fare. E soprattutto hanno bisogno di sapere che ci siamo, che siamo lì per loro. Vogliono vederci».MOVIDA, E PROSSIMITÀIn realtà anche i carabinieri della stazione Barona hanno il loro bel daffare per dare consistenza a quella percezione della sicurezza mai sufficientemente palpabile da parte della gente. E non si tratta solo delle problematiche legate alle occupazioni abusive dei palazzi in strade come via Gola, ma anche a quelle legate alla movida, ai parcheggi selvaggi e al decoro urbano oltre che ai nordafricani che spacciano per strada.«A parte l'intensificazione dei servizi a piedi, dei piccoli presidi costituiti dai furgoni mobili che funzionano come mini stazioni dove si possono anche prendere le denunce, la gente ci ringrazia anche solo per il fatto di esserci, di farci vedere, nella bolgia del sabato sera e dei locali affollati. - prosegue il maggiore Scala - Dal gennaio di quest'anno, i militari della nostra compagnia in quella zona, hanno arrestato 23 spacciatori. Capita spesso che le persone ci dicano chiaramente di sentirsi più sicure quando notano le nostre pattuglie, i nostri uomini. Questa è la prossimità. Ed è un valore aggiunto che costituisce forse la parte più soddisfacente nel controllo e nel presidio del territorio: comunicare con le persone, esserci, mostrare la volontà di voler risolvere il problema».Lo stesso vale per la zona dello stadio di San Siro. Nella prevenzione dei reati predatori (furti e borseggi) sulle auto parcheggiate nella zona si è passati da 1.365 reati da gennaio a ottobre 2014 a 1.289 nello stesso periodo ma di quest'anno. E non è un risultato da poco, soprattutto per chi vive da quelle parti.Essere presenti sul territorio con le stazioni dà modo al comandante della stazione stessa di relazionarsi a fondo con le varie associazioni che fanno un po' da sentinella per segnalare i fenomeni prima che possano degenerare. «Ad esempio, il comandante della stazione di San Cristoforo conosce i membri dell'associazione pescatori del parco delle Cave. Può sembrare banale ma sono tutti occhi in più sul territorio. - spiega Scala - Lo stesso è accaduto alla Barona dove una minore italiana sembrava essersi messa in un brutto giro. I genitori si sono rivolti al comandante della stazione, si è deciso per un allontanamento della giovane che, sradicata dal contesto in cui avrebbe potuto delinquere (il problema era la droga) ora sta bene».SPACCIO, DECORO E CRIMINALILa gente per bene chiede fondamentalmente di poter avere una vita decorosa in zone che spesso non lo sono. E dove accade che i giovani lascino in fretta la scuola per poi ritrovarsi e fare qualcosa d'illegale. Com'era successo nel quartiere di Quarto Oggiaro dove un parrucchiere extracomunitario è stato aggredito da 5 giovani, tutti italiani e tra i quali c'erano due minori, con caschi da moto in testa e armati di spranga. I carabinieri della stazione «Musocco» e del nucleo operativo della Compagnia li hanno arrestati tutti.«Si tratta di necessità a 360 gradi, alle quali cerchiamo di venire incontro sempre, affrontando con slancio un susseguirsi di problematiche molto differenti. - va avanti il comandante della compagnia di Porta Magenta - Nonostante la nostra emergenza restino sempre i reati predatori, anche quest'anno, nel periodo dell'Expo, anche noi, come compagnia, abbiamo dato il nostro apporto nei servizi di prossimità in metropolitana e sui mezzi di superficie dove abbiamo impiegato 19 militari in più rispetto al nostro organico. La gente ci parla e abbiamo avvertito come gli umori dei commercianti di quartiere, inizialmente un po' scettici sull'Esposizione universale, sono cambiati con il trascorrere delle settimane. Oltre a questo ci hanno comunicato anche il loro apprezzamento per aver notato uno sforzo da parte dell'Arma dei carabinieri nel cercare di venire incontro a tutti e creare un clima di sicurezza. In contemporanea abbiamo monitorato non solo lo spaccio sui Navigli, ma anche il diffondersi della vendita di cocaina e hashish nella zona di piazza Tirana, guidata da gruppetti di nordafricani che si muovono in bicicletta riuscendo a circoscrivere il fenomeno». Insomma, in una zona tanto ampia i carabinieri non possono privilegiare un fronte e abbandonarne un altro. Basti pensare che, alla fine del 2012, la compagnia di Porta Magenta si trovò a sgominare una banda criminale di medio livello, libanesi con complici dell'est Europa, che acquistavano auto pagandole il venerdì con assegni falsi. E i venditori si accorgevano della truffa solo il lunedì. «Fino a poco tempo fa tutto era in mano agli italiani - conclude il maggiore Sala -, ora sono gli extracomunitari, appropriatisi di contatti e modalità di azione rapide e anche piuttosto sofisticate, ad agire organizzate in bande.

Che non si accontentano più del colpo mordi e fuggi, ma pretendono grossi guadagni».

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