Cronaca locale

Nomadi fuggono dai carabinieri Poi lo schianto: due morti e 3 feriti

Nomadi fuggono dai carabinieri Poi lo schianto: due morti e 3 feriti

Il colpo è fallito, il resto è andato anche peggio. Per un gruppo di nomadi della nota famiglia Stepich, facenti capo al campo di via Chiesa Rossa, l'altra notte è stata una vera è propria débacle. Intorno alle 3, infatti, a bordo di un'Audi 56 Avant, cinque di loro con addosso passamontagna e cappellini hanno tentato di espugnare un bancomat della filiale della Banca popolare dell'Emilia Romagna di via della Liberazione a Peschiera Borromeo. E durante la fuga due di loro sono morti, mentre altri tre sono rimasti feriti (uno gravemente).

Gli investigatori della compagnia di San Donato hanno ricostruito che i balordi volevano far saltare il forziere sradicandone lo sportello con il sistema dell'esplosione con una bomboletta di gas. Fallito il colpo si sono allontanati, ma sono stati notati dai carabinieri. Ne è nato un inseguimento durante il quale, sulla Paullese in direzione tangenziale est, i ladri, in una manciata di secondi, hanno perso il controllo della vettura che si è ribaltata più volte su se stessa. All'arrivo dei militari - che dopo averli intercettati, per non mettere a rischio l'incolumità di altri automobilisti, si erano limitati a inseguirli senza perderli di vista ma predisponendo il loro blocco grazie al coordinamento con le altre pattuglie in zona - l'Audi dei nomadi era già un groviglio di lamiere: due passeggeri, un 42enne e un 24enne, sono morti sul colpo. Giunte sul posto le ambulanze del 118 e i vigili del fuoco sono stati estratti dalle lamiere della vettura distrutta un altro nomade 40enne, ricoverato in gravi condizioni al San Raffaele per lo sfondamento di alcune costole; un 37enne è finito all'Humanitas e il più giovane, un 23enne, è al Niguarda. Tutti e tre sono piantonati dai militari che si occupano dell'indagine.

Per tutta la giornata di ieri, quindi, i carabinieri hanno dovuto vedersela con i nomadi dello stnaziamento di via Chiesa Rossa.

Che non bellicosi, ma inconsolabili per le perdite subite, hanno vagato senza sosta prima in una decina fino al San Raffaele, quindi in circa trenta al Niguarda,, infine sono andati a piangere i loro morti all'istituto di medicina legale di piazzale Gorini.

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