Cronaca locale

«Non convince» Resta in carcere l'iraniano con tre identità

Cristina Bassi

Si è chiusa con una condanna a un anno e due mesi di carcere, e senza la condizionale, la strana storia dell'ingegnere meccanico iraniano arrestato a fine agosto per il possesso di un passaporto falso. Al processo di ieri davanti al giudice Mariarosa Busacca ha ribadito di essere fuggito dal proprio Paese, dove era perseguitato perché convertito al cristianesimo, e di avere intenzione di chiedere asilo politico. Ma dovrà rimanere a San Vittore, almeno per ora.

A dire il vero nei pochi giorni trascorsi a Milano il 30enne Hamidreza Ghanaatpisheh di passaporti contraffatti se ne era procurati ben due. Mentre la sua vera identità sarebbe una terza, quella da «sedicente». Dettaglio che, insieme alla storia poco convincente che ha raccontato agli inquirenti, aveva fatto pensare che potesse essere addirittura una spia. Era passato dalla Turchia e voleva raggiungere Londra dove dice di avere «alcuni amici». L'ipotesi che abbia legami con il terrorismo invece è stata da subito scartata dalla magistratura. All'arrivo a Malpensa, il 23 agosto, il suo passaporto francese era risultato non autentico. Denunciato a piede libero, si era registrato in un ostello di Milano con la fotocopia di un altro documento. E un terzo, questa volta intestato a un polacco che vive in Germania, gli era arrivato prontamente per posta. Da qui le manette. «Ho seri problemi nel mio Paese - ha detto ieri il 30enne al giudice -. Non è vietato essere cristiano, ma lo è convertirsi dall'islam. Io e la mia famiglia siamo stati oggetto di un'irruzione della polizia. Io sono riuscito a scappare». Ancora: «I passaporti me li sono procurati solo per andare in Inghilterra, non avevo alcuna intenzione illecita». Il difensore dell'iraniano, Antonio Nebuloni, aveva chiesto l'assoluzione perché il suo sarebbe stato un «falso grossolano». Spiega il legale: «Qualcuno ha parlato di terrorismo, ma questa è una vicenda penale chiarissima e modesta. La polizia lo ha cacciato da Malpensa e lui ha dovuto trovarsi un passaporto falso per andare in Inghilterra. Non c'è nulla di misterioso, non credo sia difficile passare per le vie malfamate di Milano e trovare un passaporto falso». Il pm Sergio Spadaro aveva chiesto la condanna a un anno e otto mesi, negando l'ok al patteggiamento, e non ha creduto alla versione dell'imputato. «Se voleva scappare perché perseguitato - ha detto -, non si capisce perché dovesse procurarsi passaporti falsi invece di chiedere subito la protezione internazionale».

Il giudice ha concesso all'ingegnere iraniano le attenuanti generiche ma non la sospensione condizionale della pena.

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